Ancora quasi un mese per decidere il futuro dellIstituto dei Tumori e del Neurologico Besta, due eccellenze della sanità milanese alla cerca disperata di una sede più adeguata: ma mentre in Regione il Collegio di vigilanza chiamato a scegliere larea dove sorgerà la Città della salute (così si chiamerà la unione dei due istituti) si prenderà ancora una pausa di riflessione, nel braccio di ferro sulla scelta della Regione fa irruzione a piedi uniti Umberto Veronesi. Che tecnicamente non ha voce in capitolo, ma quando si parla di tumori parla comunque ex cathedra, per la sua carriera di medico e di ricercatore: e ieri mattina , intervistato dall'agenzia Omnimilano, fa una scelta di campo plateale a favore di una delle due opzioni in gioco. Il nuovo ospedale, come si sa, è conteso tra Milano e Sesto San Giovanni. E Veronesi si schiera apertamente a fianco dei milanesi, ovvero di Giuliano Pisapia: «Io sono milanese e questi due istituti sono una forza per Milano e credo debbano rimanere nella città di Milano, non vedo perché debbano andare in un'altra città».
É lapidario, Veronesi. Lex ministro della Salute sa bene di affrontare un tema non solo sanitario, anzi: intorno alla nuova sede dei due istituti si gioca una partita soprattutto di urbanistica e di interessi di cassa. Pisapia vuole portarlo alla Perrucchetti, la caserma di via Forze Armate in fase di dismissione; il sindaco sestese Giorgio Oldrini preme per insediare la cittadella nel cuore dellarea Falck, la sterminata distesa abbandonata dove sorgeva lacciaieria. Entrambi sanno che una struttura di eccellenza come quella nata dalla fusione Tumori-Besta porterà un indotto economico e occupazionale rilevante in due aree problematiche. E quindi remano ognuno dalla sua parte, anche se - in nome anche della comune appartenenza politica - hanno promesso di non farsi sgambetti plateali.
Ma ieri, davanti alla discesa in campo di Veronesi, Oldrini mette da parte la diplomazia: «Non mi è chiaro a che titolo Veronesi intervenga - dice il sindaco di Sesto - visto che non mi risulta che sia unurbanista. Perché un grande ospedale deve per forza avere la sede dentro i confini di Milano? Se ben ricordo, anche lIstituto europeo di oncologia (diretto da Veronesi, ndr) è praticamente a Opera. E considerare oggi Sesto San Giovanni qualcosa di estraneo alla realtà metropolitana milanese mi sembra un modo abbastanza antico di ragionare».
In realtà, nonostante lendorsement di Veronesi, la sensazione è che Sesto San Giovanni sia in questo momento in vantaggio su Milano come futura sede della Città della salute. Da qui al 20 aprile, i rappresentanti dei due Comuni potranno partecipare ad un tavolo tecnico insieme alla Regione, ed è in quella sede che i rappresentanti dei due Comuni potranno fare valere le loro ragioni. Ma Sesto parte avvantaggiata su due fronti: la disponibilità immediata delle aree, e la loro vicinanza alla stazione ferroviaria e della metropolitana. Mentre la caserma Perrucchetti è a quasi un chilometro dal metrò, e il suo terreno appartiene al ministero della Difesa: «Il ministero ha già dato parere positivo», fa sapere lassessore allurbanistica milanese Ada De Cesaris. Ma a quale prezzo i militari siano disposti a cedere i 165mila meri quadri non è stato reso noto.
Alla Regione non interesserà, ma cè un altro elemento che porta Oldrini a spingere per portare la cittadella a Sesto San Giovanni, e proprio sullarea Falck: ed è il valore simbolico che una vittoria avrebbe per una amministrazione comunale che proprio sulla riqualificazione della vecchia acciaieria è stata accusata di avere incassato tangenti.
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