Non ci gira intorno. «I conti del Comune quest'anno saranno un disastro». Beppe Sala non lo dice ma la cifra delle entrate che secondo l'assessore al Bilancio Roberto Tasca potrebbero mancare all'appello come effetto Coronavirus si aggira intorno ai 240 milioni. Basti pensare, come ricorda il sindaco, che «mancheranno all'appello i copiosissimi dividendi Sea», la società che gestisce gli aeroporti ha dovuto chiudere Linate e ha tenuto aperto solo il terminal 2 di Malpensa. Per dare un'idea della situazione: lo scorso 31 marzo hanno transitato dall'hub 530 passeggeri in tutta la giornata, nel 2019 erano quasi 96mila. In profondo rosso anche gli incassi dai biglietti Atm, «i passeggeri sono diminuiti del 94% ma abbiamo ridotto il servizio solo del 30%». E il crollo del turismo si ripercuote sulla tassa di soggiorno. La giunta ieri ha approvato il Piano economico di gestione che rivede già alcuni impegni di spesa previsti nel Bilancio 2020, Tasca ha imposto a ogni assessore il vincolo di «non superare il 78% del budget previsto». Le entrate complessive sono stimate intorno a 3,2 miliardi, ma 2,2 sono praticamente spese fisse, si può tagliare solo sul restante miliardo. E obbligando tutti i settori a risparmiare il 22%, si arriverebbe quasi a coprire il buco. Sala conferma che nonostante il disastro nei conti il Comune confermerà gli aiuti alle famiglie più povere puntando a raggiungerne altre 20mila visto che la crisi, con le chiusure imposte dal Covid, si è ampliata. Da lunedì comincerà a distribuire l'aiutino del governo, i 7,3 milioni di euro riservati a Milano. Le risorse sono divise su tre filoni: 700mila euro ai 7 hub che distribuiscono beni di prima necessità ai bisognosi, un'altra parte per dare il contributo di sostegno al reddito a 1.200 famiglie già in graduatoria (150 euro al mese per due mesi fino a 3 componenti e 350 euro sopra i tre) e 5,8 milioni per i famosi buoni spesa. «In tutto contiamo di raggiungere 50-60mila persone» afferma l'assessore Gabriele Rabaiotti. I buoni sono riservati a famiglie monoreddito o prive che vivono in affitto o pagano il mutuo per la prima casa, con disponibilità sul conto corrente non superiore a 5mila euro al 31 marzo 2020 e che hanno reddito complessivo familiare sotto i 20mila euro (il riferimento è al 2018) o inferiore ai 40mila euro se hanno perso il lavoro a causa dell'emergenza dopo l'1 febbraio 2020. Costituiranno criteri di precedenza la presenza di figli minori o anziani di età pari o superiore ai 65 anni nel nucleo, essere lavoratori autonomi con reddito precario, non beneficiare del reddito di cittadinanza o di altri contributi di sostegno al reddito erogati dal Comun e non avere è piena proprietà di altri immobili.
Il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale chiede che «artigiani e piccoli commercianti, nuovi poveri, siano tra i destinatari degli aiuti sociali e si riducano tasse per servizi non goduti come Tari per esercizi, tassa sulla pubblicità o Cosap».
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