Cronaca locale

Comune e Agenzia delle Entrate in causa per 98mila euro di sanzioni non riscosse

Palazzo Marino davanti alla Corte d'appello per cartelle esattoriali prescritte

Comune e Agenzia delle Entrate in causa per 98mila euro di sanzioni non riscosse

Una battaglia giudiziaria tra il Comune di Milano e l'Agenzia delle Entrate. Normalmente con il fisco (più o meno a ragione) ce l'hanno automobilisti e cittadini che si vedono recapitare nella casetta della poste cartelle esattoriali pesanti, questa volta è Palazzo Marino a costituirsi in giudizio per incassare quasi centomila euro di sanzioni che non sarebbero state riscosse dall'Agenzia nei tempi utili, e quindi sono cadute in prescrizione. La giunta comunale ha votato una decina di giorni fa la delibera per la costituzione davanti alla Corte di Appello di Milano e negli eventuali successivi gradi di giudizio per resistere al ricorso dell'Agenzia contro il pagamento di circa 98mila euro. La diatriba tra i due enti nasce in realtà dal ricorso un cittadino, che il 13 luglio del 2016 si è appellato al Giudice di pace per chiedere la sospensione e l'annullamento di otto cartelle esattoriali, relative ad un totale di ventisette sanzioni (per violazioni di norme in materia di commercio), sostenendo che erano prescritte a seguito di omessa notifica. L'Agenzia della riscossione e il Comune si sono costituiti e il Giudice, accogliendo le osservazioni della difesa, ha trasferito la competenza al Tribunale di Milano, trattenendo solo la parte che riguardava sanzioni emesse non solo da Milano ma dal Comune di Bovisio Masciago e dalla prefettura di Milano. Nell'aprile 2017 il tribunale ha accolto la richiesta di sospensione del signor C.S. e il Comune a quel punto si è costituito contro l'Agenzia/Equitalia, chiedendo la condanna al pagamento delle somme che non sono state recuperate per cause imputabili al concessionario, la mancata notifica delle cartelle esattoriali. Nella seduta del 18 luglio 2019, quasi un anno fa, dopo il giudice ha accolto parzialmente anche le richieste del ricorrente. Il cittadino non deve pagare 12.698 euro, il tribunale ha condannato invece l'Agenzia della riscossione a pagare la quota a favore del Comune perchè quelle cartelle sarebbe effettivamente cadute in prescrizione a causa del concessionario. Tutto bene, cifra coperta dal privato e da Equitalia? Ancora no. L'Agenzia ha rifermato la lancetta (e i soldi a favore del bilancio comunale) perchè lo scorso 20 gennaio ha presentato ricorso alla Corte d'Appello. Chiede di giudicare infondata la richiesta e, in subordine, di ricalcolare la somma non riscossa. Una telenovela.

La giunta dunque ha dovuto approvare una nuova costituzione in giudizio perchè i 98mila euro ancora «ballano».

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