Il Comune perde il Derby sigilli al teatro-simbolo

Il Comune perde il Derby sigilli al teatro-simbolo

Il Teatro Derby chiude per sfratto. In un mondo in cui la cultura è ormai come una specie in via d’estinzione, Milano sta per perdere uno dei suoi simboli. Una delle griffe più pop e allo stesso tempo raffinate dello spettacolo. Ma anche il primo palcoscenico per comici, attori e musicisti che hanno fatto la storia del nostro costume. Perché è lì che rivelarono la loro irresistibile vena Cochi e Renato nel 1965. Anni durante i quali in cartellone si potevano leggere i nomi di Enzo Jannacci, Dario Fo e Franca Rame, Giorgio Gaber, Ornella Vanoni, Walter Valdi. Ma nolo ricordi, perché venendo più verso i nostri giorni ci sono Teo Teocoli, Claudio Bisio, Diego Abbatantuono, Paolo Villaggio, Enzo Iacchetti e Giobbe Covatta. Infine il tempo del trasferimento nella nuova sede di via Mascagni e oggi la sopravvivenza messa a rischio dai sigilli di un ufficiale giudiziario.
Ora la minaccia di un’occupazione se il sindaco Giuliano Pisapia e l’assessore alla Cultura Stefano Boeri non troveranno una via d’uscita. A chiederlo il cantante Mario Lavezzi, il regista Maurizio Colombi e Fabrizio Carbon del Teatro delle Erbe, membri della cordata di artisti e mecenati che nel marzo 2008 aveva ottenuto dal Comune l’autorizzazione a riaprire in via Mascagni lo storico club. «La Moratti aveva dato il suo appoggio al progetto - spiega Colombi - e ora ci sentiamo beffati». Perché dopo che il Comune aveva concesso lo stabile a una società guidata da Teo Teocoli, nel maggio 2011 fu notificato uno sfratto e l’immobile era entrato in un piano di cartolarizzazione in garanzia di un debito con una banca e incluso in un fondo immobiliare chiuso affidato in gestione alla Bnp Paribas. E destinato alla vendita, avvenuta in trattativa privata dopo un’asta. «Teocoli non è qui perché farebbe un casino», assicura Lavezzi. Perché la stessa cordata di artisti si era offerta di investire nell’acquisto, ma il Comune aveva dichiarato impossibile stralciare l’immobile. Dopo aver tentato di dialogare con gli assessori Bruno Tabacci e Boeri, la compagnia del Derby ora chiede aiuto. Polemico Lavezzi: «Dov’è ora l’appoggio della Moratti? E dov’è l’attuale amministrazione che in campagna elettorale aveva promesso una soluzione? Milano sta perdendo la sua anima culturale».
«L’hanno venduto a dicembre - l’accusa - senza dirci nulla». La Bnp Paribas sostiene il contrario: che la vendita era nota, che l’avviso di sfratto era già stato notificato per morosità, che i gestori del Derby non godevano di diritto di prelazione visto che lo stabile veniva venduto per intero e non frazionato. Ma soprattutto, di non aver mai ricevuto da loro un’offerta d’acquisto. L’acquirente è la Mascagni Developers srl, della quale è stata accettata l’offerta e che ha spedito ai gestori del Derby le prime fatture d’affitto.

Domani il primo accesso della nuova proprietà, ma la compagnia minaccia un picchetto con l’aiuto degli studenti dell’Università Statale. «Vogliamo solo che il Comune mantenga le promesse. Altrimenti faremo come il Teatro Valle a Roma». Di «stabile già ceduto ai privati», parla Boeri. Che però si dice «disposto ad incontrare i responsabili del teatro».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica