Non sarà solo la seconda sede del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, ma un campus aperto, con un auditorium di 400 posti, due sale prove, un'arena per gli spettacoli estivi e uno studentato da 220 letti. A Rogoredo, dove fino al 2019 c'era il boschetto della droga, nel 2025 sorgerà il «Bosco della Musica». I lavori cominceranno nel prossimo anno, nella speranza di chiudere i cantieri in tempo per i Giochi invernali del 2026. Un intervento da 47 milioni, di cui 20 coperti dal ministero delle Infrastrutture, 15 da quello dell'Università e 12 dalla Regione. Il progetto prevede la creazione di un campus, ovvero un parco con una serie di funzioni pubbliche, a partire dalla ristrutturazione della Palazzina ex-Chimici - che ha una superficie di 1.400 mq - destinata allo svolgimento dell'attività didattica dei corsi di jazz, pop e rock e dal recupero a verde pubblico della parte dell'area oggi adibita a parcheggio. Un'espansione che risponde a esigenze concrete.
Il Conservatorio, infatti, da anni è in forte crescita: per l'anno accademico in corso, c'erano state più di 1.300 domande di ammissione. Ma per carenza di spazio e organico, si sono potuti inserire solo 500 studenti. E l'attuale casa del Conservatorio non ha nemmeno nessuna struttura ricettiva per ospitarli, considerando che il 70 per cento degli iscritti arriva dall'estero o da altre Regioni d'Italia. Nel 2019, quindi, ecco l'idea di un campus da realizzare. Non nel centro della città, ma in un tessuto urbano caratterizzato da forti bisogni sociali, come quello di Rogoredo. Le nuove aule saranno una ventina e ci sarà pure uno spazio di coworking attrezzato per i ragazzi che escono dalla Civica Scuola di Liuteria. Tutta l'area di oltre 13mila mq, oggi di proprietà comunale, verrà concessa in diritto di superficie gratuito per 90 anni al Conservatorio.
Alla sottoscrizione del Protocollo d'intesa firmato ieri, oltre al presidente lombardo Attilio Fontana e all'assessore milanese alla Rigenerazione Urbana, Giancarlo Tancredi, c'erano anche i ministri Maria Cristina Messa (Università) ed Enrico Giovannini (Infrastrutture). Quest'ultimo ha ricordato il traguardo del 2025, assicurando che sarà possibile arrivarci anche grazie alle «nuove procedure e al nuovo modo di fare progetti di fattibilità tecnico-economica nel segno della sostenibilità ambientale». Per Messa, ex rettrice della Bicocca, portare la cultura in periferia «ha un valore inestimabile», perché significa «creare futuro per i giovani», migliorando un'area di Milano, «ma con la formazione, l'arte e la cultura, driver che guidano il cambiamento». Secondo Fontana, si tratta di un Conservatorio «che guarda alle esigenze dei giovani». Una rigenerazione non solo degli immobili, ma anche «sociale: un nuovo modo di concepire la città del futuro».
Perché «occorre sottrarre spazio al degrado e all'illegalità prosegue il governatore puntando su progetti ambiziosi», come il Bosco della Musica che sarà solo l'ultimo tassello di un disegno molto più ampio di riconversione di tutta l'area. Nel quartiere di Santa Giulia, infatti, sarà costruita, ricorsi permettendo, anche l'arena che ospiterà le gare di hockey durante i Giochi del 2026, prima di diventare uno spazio multifunzionale per eventi sportivi e canori.
Fontana ha scandito i tempi pure per il palazzetto, assicurando che «tutte le difficoltà sono state superate» e per questo «si può partire quanto prima, siamo sicuri di poter avere quest'opera fondamentale per le Olimpiadi».
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