Cronaca locale

Consulta per la mobilità, fuori associazioni disabili

Escluse Atlha, Peba e Unione italiana dei ciechi, sì Genitori Antismog e comitato Quartiere Isola

Consulta per la mobilità, fuori associazioni disabili

Dentro i «Genitori antismog», i «Cittadini per l'aria», il «Comitato di Quartiere Isola», «Massa marmocchi» - creata sei anni fa dal consigliere comunale della lista Beppe Sala Marco Mazzei - o l'associazione «Milano Bicycle coalition» (presidente ancora Mazzei), fuori l'associazione Peba Onlus, che affianca le pubbliche amministrazioni nell'esecuzione del Peba, il piano di abbattimento delle barriere architettoniche, fuori «Atlha», l'associazione per il tempo libero degli handicappati, fuori l'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti», «Genitori tosti in tutti i posti».

Il Comune un mese fa ha dovuto riaprire fino al 26 aprile il bando per la ricerca di quindici soggetti interessati a comporre la «Consulta cittadina per la mobilità attiva e per l'accessibilità» perchè con il primo avviso aveva trovato solo nove figure idonee. La consigliera leghista Deborah Giovanati (che già si era battuta in aula per far aggiungere l'«accessibilità» nel titolo e nella finalità della Consulta, la delibera di giunta non lo prevedeva) si è sorpresa e ha richiesto un accesso agli atti, sapendo che diverse associazioni che si occupano di una mobilità «senza barriere» avevano presentato domanda. E dagli atti della Commissione giudicatrice ha scoperto che ad esempio che la candidatura di Peba onlus non è stata ritenuta ammissibile perchè l'associazione «è diretta a favorire esclusivamente la mobilità del disabile», Atlha perchè «è orientata esclusivamente alla difesa dei diritti dei disabili e svolge attività non strettamente coerenti con quelli della Consulta in oggetto», il «focus» delle attività dell'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti «è garantire, salvaguardare, favorire la piena attuazione dei diritti esclusivamente dei ciechi e degli ipovedenti». Questa, accusa Giovanati, «è discriminazione, allora dovrebbero essere escluse anche associazioni che si occupano solo della mobilità ciclistica».

La delibera prevede che un membro della Consulta sarà indicato dalla «Consulta delle persone con disabilità scelto tra le associazioni che si occupano di mobilità attiva» ma avverte che non sarebbe una giustificazione accettabile per escluderne altre, «e quelle che hanno partecipato si occupano proprio di mobilità, ho scritto al presidente della Commissione per chiedere spiegazioni, si ravvisa un profilo di discriminazione». Anche i monopattini in sharing abbandonati sui marciapiedi costituiscono spesso una barriera architettonica, il coinvolgimento delle associazioni disabili per trovare soluzioni ai disagi creati dalla mobilità alternativa sarebbe quanto mai utile. Gli ostacoli sulle strade per chi gira in carrozzina li abbiamo denunciati sul Giornale anche nei giorni scorsi. «L'accessibilità non è una bella parola ma è fatta di cose concrete - sottolinea la leghista -. Guardiamo a città europee come Berlino ma Milano deve fare enormi passi avanti in questo.

Anche la continua creazione di Ztl fa diventare alcuni quartieri più inaccessibili per i disabili che sono spesso costretti a spostarsi in auto».

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