Coronavirus

Contagi ancora in salita. Ma due terzi dei positivi ritornano dall'estero

Record di tamponi eseguiti: sono 14mila. Regione: "Attenzione, ma non emergenza"

Contagi ancora in salita. Ma due terzi dei positivi ritornano dall'estero

Il virus torna dalle vacanze. Forse troppo in fretta la pratica era stata «archiviata», messa in valigia con la voglia di scrollarsi di dosso l'incubo del lockdown. E allora via verso mari, spiagge e montagne cercando di far sembrare normale un'estate che normale non è. Non ancora almeno. Il virus c'è, non se n'è mai andato, lo avevamo tenuto a bada mascherandoci, tenendoci lontani, non abbracciandoci più ma appena abbiamo abbassato la guardia è tornato a farsi vivo. Ed ora si ricomincia. «Registriamo 239 casi positivi e due terzi delle positività riguardano cittadini che rientrano dall'estero e loro contatti diretti- spiega l'assessore Welfare, Giulio Gallera, commentando i dati dei contagi in Lombardia- . Anche se l'incremento dei positivi va sempre rapportato al numero dei tamponi». «L'aumento progressivo dei casi positivi registrato negli ultimi giorni è determinato dalle analisi effettuate a seguito del rientro dai Paesi a rischio- spiega l'assessore- Si tratta, nella stragrande maggioranza dei casi, di persone asintomatiche. In tre giorni grazie alle postazioni attivate all'aeroporto di Malpensa sono stati effettuati 4.200 tamponi e solo oggi (ieri ndr) ne sono già stati fatti altri 1.200 e contiamo di arrivare a 2.000 entro sera. I primi 1800 esiti refertati hanno evidenziato 8 positività. Le operazioni si stanno svolgendo regolarmente. A Linate invece sono stati eseguiti 760 tamponi in due giorni e allo spazio adiacente la fiera di Bergamo, 600 tamponi da ieri mattina per i passeggeri in arrivo allo scalo di Orio al serio. Senza mai dimenticare che, se si ragiona in termini di confronti assoluti, il numero degli abitanti della Lombardia è pari a 1/6 della popolazione nazionale. E in tal senso, negli ultimi giorni, le percentuali della Lombardia sono in linea e spesso migliori di quelle di altre regioni».

Insomma i contagi crescono ma per il momento la situazione pare sotto controllo. Niente panico, è il messaggio del Pirellone. «Non siamo in una situazione di emergenza ma non possiamo e non dobbiamo abbassare la guardia, ore più che mai- spiega Gallera - L'utilizzo della mascherina e il rispetto delle norme di sicurezza in questo momento è importante almeno come lo è stato durante la fase 1. Dobbiamo evitare che la diffusione del virus torni a moltiplicarsi in modo esponenziale». Dei 239 casi registrati ieri, 26 sarebbero «debolmente positivi» e 5 a seguito di test sierologici. Questo dice il bollettino giornaliero della Regione che dopo i mesi dell'emergenza avevamo cominciato fortunatamente ad ignorare ed ora invece torna purtroppo un appuntamento di giornata. Sono 4 i nuovi decessi con il totale delle vittime in regione che sale a quota 16.856. I guariti sono in totale 75.678 (più 29). Stabile il numero di ricoveri (148) e di pazienti in terapia intensiva (14). Sono 13.663 i tamponi effettuati per un totale di 1.483.556. Dei nuovi positivi, 89 sono nella provincia di Milano (di cui 50 in città), 46 a Brescia, 16 in Monza e Brianza, 14 a Como, 13 a Varese, 7 a Lodi, 6 a Lecco, 5 a Pavia, 4 a Cremona e Mantova. A Bergamo, che ieri non aveva registrato contagi, ci sono 32 positivi mentre Sondrio è l'unica provincia lombarda senza nuovi casi. Numeri.

Numeri che dicono anche che, rispetto ai mesi passati, si finisce meno in ospedale e si muore meno ma questo probabilmente anche perché in questo momento la maggior parte dei positivi ha meno di 50 anni e quindi, probabilmente, si difende meglio. Ma nonostante le rassicurazioni questi numeri qualche ansia la portano soprattutto in prospettiva scolastica visto che, tra poco più di una settimana, le classi dovrebbero riaprire agli studenti che devono rimettersi al pari con i debiti dell'anno passato. Poi si dovrebbe ricominciare ma in Lombardia, come in tutte le altre regioni del Paese, forse nessuno sa ancora con certezza come. Se a tempo pieno, se con aule ridotte, se un po' in presenza e un po' a distanza alternandosi a gruppi.

È uno dei nodi più grandi da affrontare, la scommessa di tutte le scommesse perché un Paese che non riapre le scuole è un Paese che non va lontano.

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