Che lAlbero di Luce possa essere unopera darte possiamo benissimo ammetterlo, anche perché Barrese è artista di grandissimo valore, pur se le sue affermazioni che affidano allarte anche il compito di occupare gli spazi urbani in dimensioni monumentali per emozionare il pubblico, è cosa sulla quale esprimo tutte le mie riserve. Ma il discorso, o meglio laltra faccia delliniziativa non può essere ignorata: nove piani di albero di luce, trionfo della tecnologia e miracolo del «made in Italy», valgono più di un grande e bel tradizionale abete?
Se andiamo un poco indietro nel tempo vediamo che la città di Riga, un tempo Germania, oggi Lettonia, è fra quelle che si proclamano sedi del primo albero di Natale della storia: era il 1510 e una targa scritta in 8 lingue celebra ancora lavvenimento. Prima di questa apparizione ufficiale, in occasione del 24 dicembre, in quel Paese le piazze e le chiese venivano riempite di alberi da frutta e simboli dellabbondanza per ricreare limmagine del Paradiso. Poi si cominciò a sostituire il tutto con gli abeti, i quali avevano una profonda valenza «magica» per il popolo, anche per la leggenda che labete era il posto in cui venivano posati i bambini portati dalla cicogna. E proprio il susseguirsi delle leggende sulla decorazione dellabete è una vicenda affascinante, che coinvolge intere generazioni di popolazioni, da quelle più a nord a quella più a sud della nostra Europa. La più suggestiva racconta che in una fredda notte di Natale un povero boscaiolo stava tornando a casa. Allimprovviso si fermò, incantato da uno spettacolo meraviglioso: tantissime stelle brillavano attraverso i rami di un abete carico di neve. Per spiegare alla moglie quello che aveva visto, il boscaiolo tagliò un abete, lo portò a casa e lo ornò di candeline e di festoni per riprodurre le stelle e la neve. Così forse a Milano il mantenere il classico abete a simbolo dellavvenimento sarebbe stato un elemento da salvare, come lo è e lo è stato in ogni parte del mondo. Ricordiamo come dal 1982, allora su iniziativa di Giovanni Paolo II, un albero, di anno in anno donato al Papa da una diversa regione montana dEuropa, viene collocato in piazza San Pietro. Non meno famoso è labete norvegese, da sempre vecchio di almeno 80 anni e alto più di 20 metri, che a New York viene collocato al centro di Rockefeller Plaza ed addobbato con oltre 30mila lampadine e una stella decorata da 25mila cristalli Swarovski. Ma non si può non citare, perché non sono poche le persone che lo ignorano, il famoso albero di Gubbio, lalbero di Natale più grande del mondo: più che un albero è una sagoma luminosa che riproduce la forma di un abete, alta 650 metri e larga 350.
Linstallazione di Barrese nella nostra città, sulla strada che unisce Largo Cairoli al Castello Sforzesco, va considerata una bella esibizione, un avvenimento spettacolare, ma del tutto privo di contenuto. E lo stanno a dimostrare anche le dimensioni completamente fuori misura.
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