Un «contratto» di governo Comune-Regione su quattro punti. Il sindaco di centrosinistra e il governatore leghista danno una (piccola) lezione a Matteo Salvini e Luigi Di Maio che faticano a trovare la quadra per governare insieme il Paese. Appartengono a schieramenti opposti ma Beppe Sala e Attilio Fontana ieri dopo un incontro al Pirellone di circa un'ora hanno firmato l'intesa su quattro progetti importanti per Milano e la Lombardia, e intendono vedersi una volta al mese per procedere allineato su una serie di temi condivisi. Si parte dal prolungamento della linea M5 a Monza, un'opera faraonica da 1,2 miliardi a cui il governo uscente ha garantito una copertura pari al 60% (circa 700 milioni) ma già a fine gennaio Sala ha battuto cassa perchè rivisti i conti «serve che lo Stato arrivi al 70%» e i dieci punti in più valgono 100 milioni. Fontana a garantito che farà pressing con il Comune anche sul futuro governo, e se sarà giallo-verde difficilmente non porterà a casa il risultato. Sala sente già i soldi in cassa se annuncia che «è motivo per me di grande orgoglio riuscire a partire con i lavori prima della fine del mandato». Ad ottobre sarà finito lo studio di fattibilità tecnico-economica, poi «bisognerà decidere se passare alla progettazione operativa e a quel punto indietro non si torna. Qualunque sarà il governo chiederemo insieme la garanzia sui fondi, vogliamo partire coi cantieri entro il 2021». Secondo punto all'ordine del giorno, quel 18,6% di quote della Serravalle (l'autostrada Milano-Genova) di cui il Comune cerca di disfarsi da tempo per investire l'incasso sul piano periferie. La Regione è pronta ad acquistare le quote (attraverso Asam) e ad intestarsi indirettamente, quindi, una parte del recupero dei quartieri popolari milanesi. C'era un contenzioso aperto sulla valutazione delle quote ma ormai l'accordo è a un passo, «ci dividono dieci milioni» spiega Sala. Il Comune pretendeva 100 milioni, è sceso a 85 ma la Regione ad oggi è disposta ad arrivare a 73. «Entro fine luglio vogliamo chiudere la vertenza» assicura Fontana. Terzo: la riapertura dei Navigli su cui il Comune aprirà un dibattito pubblico a breve e che già l'ex giunta Maroni ha promosso a pieni voti. Ieri Fontana ha assicurato l'impegno a «partecipare al finanziamento e alla realizzazione di un'opera che è per noi estremamente importante». Quarto tema le case popolari, gestite a Milano in parte dal Comune con Mm e da Regione con Aler e al centro di continui scambi di accuse. «Dobbiamo trovare soluzioni perchè non ci sia differenza nel vivere in una casa Mm o Aler». Tradotto, non si parla ancora di una società di gestione comune di tutto il patrimonio, una proposta avanzata nell'ultimo scorcio del mandato da Sala a Maroni, ma intanto le due istituzioni creeranno un «salvadanaio» comune per le opere di manutenzioni, in modo da «risparmiare e velocizzare gli interventi». E studiano anche soluzioni comuni per tagliare il numero degli alloggi e degli spazi commerciali sfitti «ad una quota quasi fisiologica». Di società comune per ora non si parla più ma «dobbiamo anche testarci, partiamo da questo e se son rose fioriranno». Il prossimo incontro è fissato a giugno, questa volta a Palazzo Marino. E proprio in Comune, nella giornata delle «larghissime intese», Sala ha partecipato alla conferenza stampa convocata dal Movimento 5 Stelle in vista della sua audizione domani ala Commissione Petizioni al Parlamento Ue sul caso Ema.
Sala e M5S ribadiscono le anomalie sul sorteggio che ha portato alla vittoria di Amsterdam e chiedono un «risarcimento» per Milano, cioè che diventi sede di un'altra agenzia europea come quella del Lavoro e della Cybersecurity.ChiCa
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