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Coronavirus, la "profezia" di Galli: "Ci sarà la battaglia di Milano"

Il primario ha poi spiegato che il nostro Paese è lontano dal picco dell’epidemia e occorre lavorare per evitare che il Covid-19 si estenda ad altre regioni del Centro e del Sud

Coronavirus, la "profezia" di Galli: "Ci sarà la battaglia di Milano"

Ci sarà un'importante battaglia nella zona metropolitana di Milano, che in parte è già in corso, e occorre per forza prevedere maggiore vicinanza a chi è a casa e ha problemi". Lo ha sottolineato Massimo Galli, primario del reparto di Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, ospite de L'aria che tira su La7. Il medico ha spiegato che il nostro Paese è lontano dal picco dell’epidemia e occorre lavorare per evitare che il Covid-19 si estenda ad altre regioni del Centro e del Sud.

I dati della Lombardia

Tornando alla Lombardia, l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera ha detto che "i positivi sono 13.272, più 1.587, i ricoverati in ospedale sono 4.898, più 602 rispetto a ieri, c'è una crescita costante ma non esponenziale. In terapia intensiva - ha proseguito l’esponente della giunta Fontana - aumentano solo di 25, 757 in totale, un dato molto più ridotto rispetto alla media di 45 ma non cantiamo vittoria, anche perchè i decessi sono 1.218, con una crescita di 252".

Galli

Il primario Galli ha precisato l’importanza di fare qualcosa di più per stare vicino alla gente, soprattutto nelle zone più colpite. Poi ha ribadito che occorre dare sostegno e indicazioni precise alle persone che stanno a casa e che hanno sintomi, mentre i medici devono avere l’opportunità di collaborare con i colleghi che hanno competenze specifiche maggiori.

Per quanto riguarda i tamponi, il medico ha detto che quelli “a tappeto non sarebbero di grandissima utilità perché chi è negativo oggi potrebbe essere positivo domani”. Poi ha aggiunto che occorre “agire in settori particolari del Paese in cui i fenomeni si stanno sviluppando e in cui diventa importante effettuare delle indagini epidemiologiche a fondo”.

Sull’evoluzione dell’epidemia, Galli non intende fare “il profeta di sventure ma neanche raccontare balle, gli italiani non s'illudano che ne verremo fuori tanto presto”. Anche se ha specificato che ci vogliono comunque “ottimismo e volontà”. Il primario ha evidenziato che il nostro Paese sta facendo molto per contrastare il coronavirus e può essere considerato un esempio ma il vero modello è quello della Cina, che ha dimostrato grande fermezza nel combattere il Covid-19.

Galli ha però precisato che "non si vorrebbe che per paradosso Italia e Cina dovessero chiudersi nei confronti del resto del mondo".

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