In corsia tra tele e pianoforte: a Niguarda l’arte aiuta a guarire

L’arte entra in corsia. Dal prossimo ottobre, infatti, all’ospedale Niguarda non si sentirà più solo odore di medicinali e di alcol, ma anche di oli e acrilici. Partirà infatti dai due reparti di Unità spinale e di Diabetologia dell’ospedale Niguarda il progetto «Arte degente», che punta a coinvolgere circa 60 pazienti in un percorso artistico creativo articolato in quattro laboratori: pittura, scrittura, musica e teatro. In una parola arteterapia. Ma che cos’è? Questa forma di riabilitazione si basa sul presupposto che per dare conforto ai pazienti non serva distrarli, «non farli pensare», ma, il contrario: il conforto migliore viene dal sentirsi ancora parte di un consesso attivo e partecipe alla società. L’arteterapia, dunque, fa leva sulla capacità di espressione artistica di ogni persona per sostenerla psicologicamente durante il ricovero. «I giovani malati di diabete o chi rimane paralizzato - spiega la dottoressa Teresa Melorio, psichiatra del dipartimento di Salute mentale di Niguarda, nonché ideatrice del progetto - dovranno imparare ad affrontare la loro nuova vita. Obiettivo quindi è ritrovare il senso di sé, il rapporto non solo con il proprio “nuovo” corpo, ma anche con la propria anima, con il proprio spirito».
Il progetto, organizzato dall’associazione Arca onlus, vede un precedente eccellente nel MAPP, il museo artistico dell’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini: una sorta di mostra permanente di opere realizzate nell’atelier di pittura che accoglie malati psichiatrici con psicopatologie gravi, che venivano accompagnati da artisti professionisti. Per questo si è pensato di introdurre laboratori sperimentali, già dall’anno scorso, nell’Unità spinale del Niguarda dove sono ricoverate persone destinate a rimanere sulla sedia a rotelle e in diabetologia. I laboratori di pittura erano condotti da 3 arteterapisti, supervisionati da una psichiatra e una psicologa.

«Quest’anno il progetto è cresciuto - dichiara l’assessore alla Salute del comune, Giampaolo Landi di Chiavenna, che ha fortemente voluto l’iniziativa - ed è diventato ancora più articolato: oltre ai laboratori all’interno dei reparti, dei veri luoghi dedicati alla creatività, prevede, infatti, anche una scuola di arteterapia per la formazione che sarà organizzato da docenti universitari e l’avvio di una ricerca scientifica, in collaborazione con l’Università degli studi che permetterà di definire l’efficacia e il valore aggiunto di questi laboratori».

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