Corso Buenos Aires si spacca. Divide la proposta delle chiusura sperimentale al traffico la domenica durante i sei mesi di Expo. La pietra dello scandalo: la delibera del consiglio di zona 3 di giovedì sera che chiede al sindaco alla giunta di «attuare fin da subito attraverso opportuna ordinanza la sperimentazione richiesta di chiusura del corso una domenica al mese» e di «emettere un'ulteriore ordinanza che, a iniziare da maggio, in concomitanza con l'apertura di Expo disponga l'incremento del numero di domeniche di chiusura al traffico di corso Buenos Aires, indipendentemente dall'organizzare di eventi, mantenendo come obiettivo la chiusura di ogni domenica e proponendosi di raggiungerlo entro la fine di Expo». Tradotto: il consiglio di zona, a maggioranza, chiede la pedonalizzazione del corso le 26 domeniche di Expo, indipendentemente dall'organizzazione di eventi. Una chiusura che tra l'altro va ad aggiungersi al prolungamento dell'orario di apertura dei negozi fino a sera, da maggio a ottobre.
La delibera del parlamentino, però, è stata vista come una forzatura dalla minoranza politica e dagli stessi commercianti. «Noi siamo per la valorizzazione del corso, non per la sua penalizzazione» polemizza Vincenzo Viola (FdI) firmatario di un emendamento che chiedeva «l'organizzazione di eventi di rilievo internazionale legate alla pedonalizzazione del corso, per massimo una domenica al mese per l'esposizione internazionale. È pericoloso e dannoso chiudere al traffico la quarta arteria commerciale d'Europa senza pensare contestualmente a eventi che attirino i turisti». Furibondo Gabriel Meghnagi, presidente di Ascobaires: «Così si ammazza il commercio. Nel distretto urbano del Commercio si era deciso per sei domeniche, cosa viene interpellato a fare? Il consiglio di zona non può decidere per 300 negozianti».
Contrario anche Confcommercio con Marco Barbieri: «Quando si fa una sperimentazione si fa gradualmente - premette - Buenos Aires è lunga 1,5 km, è un asse di ingresso in città molto importante e sappiamo bene che se si vieta la traffico, si spostano completamente i flussi su altre zone. Il risultato? I clienti vanno nei centri commerciali e chi viene a passeggiare non compra. In una parola: si sancisce la morte dei negozi. Non solo, il consiglio di zona parla di chiusura anche senza eventi, ma questa è una follia, servono attrazioni lungo tutto l'asse».
Divisi anche i residenti della zona. Per Viola «gli abitanti delle vie limitrofe, da Benedetto Marcello a via Tadino, da viale Tunisia a via Masera, abbandonate e degradate pagherebbero lo scotto della pedonalizzazione. Il traffico e i disagi conseguenti - spiega - si riversano sulle vie parallele con problemi anche per la sosta». Sostiene le ragioni (opposte) dei cittadini anche Paolo Uguccioni, rappresentante dei cittadini nel Distretto Urbano del Commercio: «I residenti sarebbero felici di poter passeggiare in Buenos Aires senza dover far attenzione alle auto che sfrecciano. Non solo, ricordiamoci che il 70% dei turisti che verranno per Expo sarà senza automobile. Per chiudere il corso però è necessario organizzare eventi di rilievo.
E poi questo è un test: se non dovesse funzionare siamo sempre in tempo a sospenderlo». Uguccioni, ex presidente di Buenos Aires Futura, che rappresenta 180 negozianti, è un imprenditore: «Penso che la pedonalizzazione, coperta da eventi, faccia bene anche la commercio».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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