Un crac nelle tubature e via Gioia va sott'acqua

I tecnici di Mm hanno lavorato dodici ore per ripristinare il servizio idrico ai residenti

Elena Gaiardoni

Sott'acqua via Melchiorre Gioia, ieri mattina, e come per via Lombroso la colpa è dell'acquedotto in condizioni tali da cedere. Poiché quando il saggio indica la luna non si deve guardare il dito, è ovvio che il problema non sta in un cilindro di metallo, ma nella condizione generale di una città che necessita di opere d'innovazione, anche perché non ha cittadini menefreghisti. La gente è avvezza a costruirsi da sola un ambiente sano e comodo, per il quale paga tra l'altro fior fiore di tasse.

«Ormai Milano va sott'acqua anche quando c'è il sole» ha commentato la consigliere comunale di Forza Italia, Silvia Sardone. Era mattina presto quando via Melchiorre Gioia, una delle arterie viarie più importanti di Milano, si è trovata coperta da una coltre d'acqua che veniva da una tubatura avariata di MM. La chiamata d'allarme alla polizia locale è squillata alle 6. MM è intervenuta alle 6.50 istallando due colonnine d'acqua per il fabbisogno dei residenti, cui l'acqua è stata tolta alle 7.30 per intervenire ad aggiustare il guasto: una colonnina all'angolo Gioia-De Marchi, l'altra all'angolo Ressi-De Marchi.

«E' necessario un controllo del Comune per tutte le opere di MM, non è possibile che le persone subiscano questi continui disagi» dice il presidente del Codacons, Marco Maria Donzelli. E' la terza volta in pochi mesi che una strada della città si trasforma all'improvviso nel Naviglio, e non a causa di acquazzoni tropicali. L'amministrazione ha fatto presente a Silvia Sardone che ogni anno MM investe dieci milioni di euro per la manutenzione della rete idrica, di cui una parte va anche alla sostituzione di 5 chilometri di rete.

Sta di fatto che il fenomeno serpentone d'acqua made in Milano si ripete, ripetizione che non giova a nessuno. Ieri via Melchiorre Gioia era quasi vuota per il periodo vacanziero, ma non erano in pochi a chiedersi cosa sarebbe successo se invece d'essere il 10 agosto fosse stato un giorno di traffico, ragazzi a scuola, uomini e donne al lavoro, come era accaduto un mese fa in via Mecenate, per una tubatura avariatisi in via Lombroso, e quasi due mesi fa in via Adriano. «Il Comune deve spiegazioni ai milanesi, anche perché con l'autunno la situazione non può che peggiorare» conferma Riccardo De Corato, capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione. Per fortuna nessuna persona ha subito incidenti, ma i disagi non si sono conclusi in pochi minuti di dichiarazioni o di eventuali scuse. L'acquedotto di Milano è lungo 2.458 chilometri. MM ha già varato un piano di investimenti sul servizio idrico integrato di 890 milioni di euro entro il 2037. Ieri era un normale 10 agosto 2016, la giornata era azzurra, eppure via Melchiorre Gioia sembrava una strada di Venezia con la peggior acqua alta. Erano le 17.30 quando i tecnici di MM hanno terminato i lavori. Milano è nota per le sue strade allagate, più che un fiume il Seveso è una spada di Damocle. Ultimamente la città è stata colpita da vere e proprie bombe d'acqua. Ora si aggiunge anche l'acquedotto.

Sul tavolo dell'amministrazione Sala dovrebbe trovarsi l'allargamento dei

Navigli, uno dei progetti lasciati con orgoglio dall'amministrazione Pisapia. Forse non serve, visto il comportamento di tubature che ci pensano da sole a trasformare tranquille vie della città in ben alimentati torrenti.

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