Crisi, il sindaco si sfila: "Candidato? Servo qui"

Sala: «Ho ancora 20 mesi di mandato. Spero non si voti, serve governo che duri tre anni»

Crisi, il sindaco si sfila: "Candidato? Servo qui"

Fuori uno, fuori il sindaco. Almeno così a parole per quanto valgano e parole in un politica che soprattutto in queste ore ci sta proponendo rapide e audaci giravolte. L'onda lunga della crisi di governo lambisce Milano, soprattutto il suo sindaco spesso tirato per la giacchetta per una discesa in campo nazionale. E Sala, quasi lusingato, in tutti questi mesi al gioco un po' c'è stato anche se ieri parlando a margine del Meeting di Rimini del nuovo «Risiko» dove si stanno piazzando tutti i soldatini del centro sinistra si è chiamato decisamente fuori: «Se c'è una cosa che funziona in Italia, lo dico senza arroganza, è Milano- ha spiegato- Quindi non toccherei Milano, penso che abbia bisogno di me, non in eterno ma oggi sono felice di fare questo lavoro con grande dedizione e non vorrei cambiare». Rispondendo a chi gli chiedeva di una sua possibile candidatura ha ripetuto il concetto: «Non mi tiro indietro in termini di contributi, idee e stimoli, ma io continuo a vedermi a completare il mio mandato e mancano ancora più di 20 mesì...».

Ma di governo in questi giorni si parla quasi ovunque e se n'è parlato ovviamente anche sulla riviera romagnola. Nomi, cognomi, alleanze, maggioranze probabili e possibili, elezioni più o meno vicine: «Se deve essere un governo da un anno, lasciamo perdere- ha detto Sala- Il mio auspicio è che si faccia e non si vada a votare. Ma ci devono essere le condizioni e non può essere un contratto scritto in 4 o 5 giorni. Perchè oggi le cose da fare ci sono, ma sono cose complesse, che richiedono tempo, quindi serve un governo che davvero duri. Serve un esecutivo che stia in piedi almeno tre anni, cosa non semplice. Ma se non succede una cosa del genere, noi saremo sempre impiccati come lo siamo oggi a una scadenza elettorale del giorno dopo. La legge elettorale proporzionale se vogliamo un pò complica».

La necessità di avere un esecutivo di ampio orizzonte è dettata dal fatto che le cose da fare ci sono, sono complesse e richiedono tempo: «Basti pensare a come affrontare il tema fiscale- ha detto il sindaco- O crediamo che si possa mettere una Flat Tax al 15%? Va beh, basta crederci. Oppure, se si vuole fare una seria riforma fiscale: oggi il 75% delle tasse vengono pagate dalla classe media. E poi l'autonomia: se questo Paese continua a immaginare il suo futuro con 8.

000 Comuni, 88 Province, 20 Regioni e 14 Città metropolitane si va a schiantare e in questo quadro l'autonomia è una un po' una scorciatoia, nel senso che invece di sistemare questa complessità si sceglie questa scorciatoia dando più poteri alle Regioni e questo non funziona».

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