Dalle antenne ai nidi: più costi per i condomini

Dalle antenne ai nidi: più costi per i condomini

Gli «accorgimenti tecnici» per cacciare i piccioni sono un obbligo. La creazione di nidi per favorire la «creazione e conservazione di nidi per chirotteri, rondini, rondoni o altri uccelli protetti» è (per ora) solo un invito. Dal Nuovo regolamento edilizio redatto dal vicesindaco Ada Lucia De Cesaris (nella foto), in discussione ieri e oggi a Palazzo Marino, emergono oltre che stranezze, dei super-costi in arrivo per i condomini. Una stangata segnalata punto per punto, o piuttosto articolo per articolo della norma che a breve sarà legge in città, dal capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale. All'articolo 11, appunto, che riguarda la «manutenzione e revisione periodica delle costruzioni» è previsto che negli interventi di manutenzione degli edifici o di rifacimento dei tetti e delle facciate, così come nelle nuove costruzioni, devono essere adottati accorgimenti per impedire la posa e la nidificazione dei piccioni», dall'apposizione di griglie o reti a maglie fitte ad appositi respingitori su cornicioni, tettoie, grondaie e simili. Se già il centrodestra ha ampiamente polemizzato (e lo fa in aula a suon di emendamenti) sull'obbligo di ripulire le facciate dai graffiti per evitare multeo dell'obbligo di eseguire la verifica statica degli immobili («sarà un costo di 7-8mila euro per i condomini prevede De Pasquale), di avere passi carrai più ampi di 4,5 metri («così aumenta il costo della Cosap») e di tenere pulito lo spazio pubblico davanti all'abitazione.
C'è poi tutto un capitolo, l'articolo 86, che regola gli «allacciamenti degli edifici a servizi a rete». Sono vietate, è scritto sul regolamento, le installazioni di antenne paraboliche di ricezione all'esterno di balconi, terrazzi che non siano di copertura, comignoli, giardini e cortili quando le antenne siano visibili dalla strada. Le stesse «devono essere collocate sulle coperture degli edifici, possibilmente sul versante opposto la pubblica via e colorate in armonia con la copertura». Stop insomma alle «antenne selvagge» sui balconi. Ma anche un obbligo maggiore di impianti collettivi.

«Gli immobili già dotati impianti centralizzati tradizionali di ricezione si devono avvalere di antenne paraboliche collettive per la ricezione delle trasmissioni radiotelevisive satellitari». L'obiettivo è «ordine e decoro della città».

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