Dallocchio, Marangoni, Rasia. E spuntano Bernardini e Lupi

Oggi il vertice tra i big del centrodestra sul candidato. Da Galimberti a Vedani, la rosa dei papabili si allarga

Dallocchio, Marangoni, Rasia. E spuntano Bernardini e Lupi

Dopo la (ri)discesa in campo di Beppe Sala anche il centrodestra accelera. I big di Forza Italia, Lega e Fdi si vedranno in tarda mattinata per stringere sul candidato per la corsa a Palazzo Marino, anche se il vertice potrebbe non essere ancora quello risolutivo. Il tavolo questa volta sarà allargato anche al deputato e presidente di Noi con l'Italia Maurizio Lupi, e a fianco di Matteo Salvini ci sarà anche il numero due della Lega Giancarlo Giorgetti. Per ora il nome che godrebbe di maggiore appeal sarebbe quello dell'ex questore e poi prefetto di Milano Alessandro Marangoni, permetterebbe di concentrare molto la campagna sulla sicurezza e raccogliere (in termini di voti) il malcontento nei quartieri periferici. Su Roberto Rasia del Polo, direttore comunicazione del Gruppo Pellegrini e prima autore e conduttore di Sky e Radio24, e Maurizio Dallocchio, docente di Finanza all'Università Bocconi, i più perplessi sottolineano che si tratta di nomi quasi completamente sconosciuti alla maggior parte dei milanesi, sono impegnati in vari ambienti - Rasia dal sociale ai Rotary - ma la campagna sarà tutta da costruire e con eventi «contingentati» dalle regole anti Covid. Secondo la Lega potrebbe non essere un problema: accanto al candidato intende lanciare subito una squadra di nomi (anche noti) che accompagneranno per tutta la campagna lo sfidante e magari avranno qualche ruolo a Palazzo Marino in caso di vittoria. Una squadra della società civile che rafforzerà quella - più scontata - dei politici dei tre partiti. E la Lega potrebbe candidare anche in lista dei nomi inediti, dall'ex calciatore dell'Inter a un conte.

Tra i nomi sul tavolo del centrodestra che sono già emersi nelle ultime settimane ci sono Simone Crolla, consigliere delegato di American Chamber of Commerce in Italy e coordinatore dell'advisory board della Veneranda Fabbrica del Duomo, e l'avvocato Luigi Santamaria. Era stato sondato ma ha declinato il manager della farmaceutica Sergio Dompè. Sarebbero disponibili invece l'avvocato divorzista più famoso d'Italia Annamaria Bernardini de Pace e il presidente di Adi (associazione disegno industriale) Luciano Galimberti che pochi mesi fa proprio accanto a Sala ha taglio il nastro del nuovo Adi Design Museum in zona Monumentale, Sofia Gioia Vedani, archietetto e amministratore delegato di Planetaria Hotels, la docente Stefania Bariatti. Ma sul tavolo potrebbero atterrare anche proposte più politiche, come Lupi o l'eurodeputata leghista Silvia Sardone. Ha scatenato gossip tra i partiti la notizia di un sondaggio telefonico Swg che in un passaggio domanda agli intervistati di esprimere il voto qualora sulla scheda trovassero i nomi di sala, di un esponente M5s e Paolo Del Debbio come candidato del centrodestra. Il giornalista Mediaset aveva già rifiutato nel 2016, e anche di recente non ha ceduto al corteggiamento di Salvini che l'ha definito il miglior candidato possibile.

Secondo i leghisti il sondaggio potrebbe nascere da Forza Italia per convincere dati alla mano Del Debbio che c'è bisogno di lui per riconquistare Milano. A prescindere dalla (in)disponibilità di Del Debbio, il risultato potrebbe essere comunque utile a comprendere quanto vale oggi il voto di opinione a Milano.

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