Avevano firmato la richiesta di balneazione 14 consiglieri ma si sono presentati in costume e tuffati veramente in Darsena solo in quattro - Enrico Marcora, Franco D'Alfonso e Marco Fumagalli della lista Beppe Sala e Alessandro Morelli della Lega -, dimostrazione che al momento per azzardarsi a fare un bagno nel canale ci vuole un certo coraggio. Ma l'iniziativa promossa innanzitutto dalla lista Sala (nonostante i dubbi del Pd e dello stesso sindaco) e sposata da Sinistra x Milano, Forza Italia, Lega e Milano Popolare ha per obiettivo la creazione di un'area in cui sia garantita ai milanesi la balneazione «responsabile e regolamentata, e senza creare fastidio ai residenti» spiega Marcora, assicurando che «nello spazio che abbiamo scelto noi per i tutti l'acqua era pulitissima, c'erano persino i pesci». E l'iniziativa riporta l'attenzione anche sul tema della riapertura dei Navigli, «Milano - continua - deve avere una via d'acqua all'interno della città e in quell'occasione bisognerebbe creare zone per i bagni come sta facendo Parigi lungo la Senna».
Intanto, i consiglieri più che tanti complimenti e impegni dalla giunta «incassano» per ora una bella multa da 150 euro. «Verranno multati come qualsiasi altro cittadino» ha spiegato l'assessore alla Sicurezza Carmela Rozza che proprio ieri mattina aveva fatto pervenire la non autorizzazione al bagno dimostrativo. Aveva addotto sia motivi tecnici (i permessi vanno richiesti con 40 giorni di anticipo e producendo una serie di documenti) sia di opprtunità: «Considerando il divieto di balneazione e l'assenza di bagnini, una simile iniziativa può comportare il rischio di emulazione da parte dei cittadini». Marcora e Morelli nel pomeriggio hanno fatto presente che la risposta era arrivata fuori tempo massimo. La Rozza replica: «Prima di fare un'iniziativa si aspetta l'autorizzazione. Peraltro abbiamo sottolineato il fatto che può rappresentare un pericoloso precedente».
Protesta il capogruppo leghista: «Chi ha i galloni da assessore fa la dura con i consiglieri comunali e le loro iniziative politiche ma poi dipinge le auto di privati cittadini» il riferimento alla Rozza che aveva «sanzionato» con una pennellata sulla portiera un'auto in sosta vietata.
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