Cronaca locale

"Diciamo addio al sindaco dei milanesi"

È deceduto ieri nella sua casa. Il cordoglio di Mattarella e di tutta la politica unita.

"Diciamo addio al sindaco dei milanesi"

«Ci lascia il sindaco di Milano»: così sintetizza lo spirito del giorno della morte di Carlo Tognoli il governatore Attilio Fontana. L'ex primo cittadino è scomparso ieri all'età di 82 anni. «La notizia della scomparsa di Carlo Tognoli - dichiara il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella - mi rattrista profondamente. Desidero esprimere anzitutto ai familiari la mia vicinanza in questo momento di dolore. Tognoli è stato un sindaco che ha rappresentato molto per i milanesi. Ha guidato la città in una stagione difficile, di trasformazioni sociali e di riscatto dopo gli anni della violenza terroristica. Figlio della cultura del socialismo riformista, così radicata in quella realtà, ne è diventato a sua volta una espressione importante. Dopo la lunga esperienza di sindaco ha portato la sua passione e le sue idee nel Parlamento italiano, in quello europeo e nel governo nazionale, dove ha assolto, per due volte, alla responsabilità di ministro. La sua storia e il suo contributo resteranno nel prezioso patrimonio comune della città di Milano e del Paese».

«Con Carlo Tognoli - è l'intervento di Silvio Berlusconi - se ne va un protagonista della storia di Milano e del socialismo italiano. Un sindaco stimato nel mondo e amato dai milanesi, un uomo politico preparato, lucido, consapevole, dotato di una grande visione e di una grande passione per la sua città. Una passione civile che lo ha accompagnato nelle diverse stagioni del suo impegno politico e civile, che non è mai venuto meno. Di lui ricordo il garbo, la vivacità intellettuale, la profondità delle analisi. Se ne va un socialista riformista, un moderato che guardava avanti, orgoglioso della sua storia e delle sue radici, ma capace di cogliere il cambiamento della politica e della società. Uno dei migliori sindaci della storia di Milano». Continua Fontana: «Una notizia che mi rattrista profondamente. Una bella persona, competente, che sapeva coniugare l'ascolto e la concretezza dell'azione. Per moltissimi milanesi che hanno vissuto il periodo in cui è stato primo cittadino, Tognoli è rimasto il sindaco di Milano per antonomasia». E il sindaco Giuseppe Sala: «Milano piange la scomparsa di Carlo Tognoli, un grande sindaco della nostra città, un uomo politico concreto e aperto alle riforme. Un milanese vero. Per me un maestro e un amico sincero».

«Carlo Tognoli, un pezzo della storia milanese, della Storia Socialista e anche della nostra vita che se ne va. Un grande dolore», interviene Bobo Craxi. Mentre la sorella Stefania Craxi: «Dopo mesi di travagli e sofferenze è venuto a mancare un grande uomo, una personalità di primo piano della storia politica, italiana e milanese, e del socialismo come Carlo Tognoli. Ricordo con profondo dolore e commozione un compagno leale e sincero, nella buona e nella cattiva sorte, dotato di un acume politico raffinato e di un poderoso bagaglio di conoscenza, associato a un tratto umano che solo le grandi intelligenze e le grandi personalità posseggono. Con Carlo, uomo tra i più vicini a mio padre Bettino, viene meno un pezzo della mia vita politica e famigliare». Infine: «La sua Milano, l'Italia, gli rendano omaggi e gli onori che si devono ad una grandissima personalità». Così il ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini: «La sua, la nostra città, Milano, come del resto l'intero Paese, ha un debito enorme con Calo Tognoli, sindaco e ministro di una stagione difficile, ma generosa. La sua capacità di ascoltare e di interpretare i bisogni dei cittadini, a partire da quelli più fragili, ha fatto del capoluogo lombardo una delle città europee più accoglienti e apprezzate». Infine il vicepresidente del Municipio 2, Marzio Nava (Fi): «È stato un grande sindaco socialista, un riformista vero è scomodo, in anni in cui questo sostantivo era considerato un insulto per una certa sinistra.

La città di Milano penso che non possa che onorare la sua statura mettendolo tra i grandi e il Famedio è il posto più giusto».

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