Martina Carnovali
La riqualificazione del boschetto di Rogoredo parte da una strada sterrata. L'ha realizzata a partire da luglio il Comune di Milano aprendo dei varchi dove, fino a poco tempo fa, si potevano addentrare solo i pick up e ricoprendo il sentiero con terra di scavo. In questo modo, le pattuglie della polizia locale possono controllare tutto il perimetro. Sono stati fatti 10 interventi interforze con la presenza di Amsa, la terra di scavo è stata usata per coprire un largo dirupo che oggi è transennato, sono state abbattute baracche e barricate che servivano da ostacoli per permettere la fuga degli spacciatori durante i blitz delle forze dell'ordine. Adesso la palla passa nel campo di Italia Nostra, la onlus a cui l'amministrazione ha affidato per cinque anni la gestione dei 65mila metri quadrati di verde. Il loro lavoro - ha spiegato l'assessore comunale alla Sicurezza Carmela Rozza ai consiglieri della commissione Sicurezza arrivati a Rogoredo per un sopralluogo - è «occupare gli spazi». La bonifica delle zone intorno al boschetto, che occupa solo quattro dei 65 ettari sui quali si estende l'area verde, è già iniziata. Il prossimo passo sarà appunto quello di far sorgere in questi luoghi diverse attività per far si che il parco sia vissuto e non abbandonato.
Il metodo adottato è semplice: accerchiare l'area - sempre più piccola - che resta ancora in mano a tossicodipendenti e spacciatori per restringerla sempre più. Prima di aggredire direttamente questa zona, ancora dominio di pusher e dove ancora si trovano siringhe lungo il sentiero e baracche di fortuna dove si accampano tossicomani, bisogna far rivivere l'area circostante. Si pensa a percorsi ciclabili, a una pista per le Mountain bike, ad aree cani e addirittura a un club per l'aeromodellismo. In questo modo, quando si arriverà a colpire la zona più interna, la gente che la frequenta non potrà semplicemente spostarsi più il la. «Il problema - ha sottolineato Rozza - si risolve con il tempo, noi abbiamo solo creato le condizioni di fruibilità. Si tratta di una piazza di spaccio che frutta 30mila euro al giorno ed esiste da 25 anni. Chi pensa che la situazione si possa risolvere in 24 ore è in malafede». Un'altra questione da affrontare è quella dell'area che si trova al di là dei binari e che è di proprietà delle Ferrovie. Anche quello è territorio abbandonato da recuperare: «Affronteremo la situazione nelle prossime settimane in sede di comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica», ha assicurato Rozza. Per iniziare la riconquista del boschetto è necessaria, però la collaborazione di quattro attori: Comune, forze dell'ordine, Italia Nostra e i cittadini e associazioni.
Non ha dubbi Silvio Anderloni, direttore del centro forestazione urbana di Italia Nostra: «Se viene meno uno di loro, la riqualificazione diventerà inefficace». Nonostante gli evidenti progressi fatti c'è chi, come la consigliera di Forza Italia Silvia Sardone, continua a ritenere la situazione «allucinante» nonostante «qualche misera opera di maquillage».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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