Don Giovanni è donna: Mozart tra lirica e reggae

Al Piccolo l'orchestra multietnica interpreta il capolavoro tra contaminazione e fascino

Don Giovanni è donna: Mozart tra lirica e reggae

Wolfgang Amadeus Mozart dimora nell'aldilà dal 1791, avrà smesso da tempo di rivoltarsi nella tomba, ogni volta che quaggiù lo interpretano, magari tradendolo. «Invece - dice Petra Magoni - sono convinta che, se fosse vivo, farebbe un arrangiamento come il nostro. Si sarebbe davvero divertito». La cantante e attrice pisana parla del Don Giovanni secondo l'Orchestra di Piazza Vittorio, spettacolo che debuttò nel 2017 al festival Les Nuits de Fourvière di Lione, ora per la prima volta a Milano al Piccolo Teatro Strehler da oggi a venerdì. «Così come l'Orchestra multietnica ha saputo superare ogni confine geografico - dice Magoni, che con Ferruccio Spinetti degli Avion Travel porta avanti dal 2003 il progetto Musica Nuda - in questo spettacolo abbattiamo i confini di genere. Io sono Don Giovanni. Avevo interpretato la Regina della Notte nel Flauto Magico, pensavo mi toccasse Zerlina. Invece sono proprio il protagonista. Ma attenzione: non è un sotterfugio femminista o una strizzatina d'occhi gay friendly, si tratta di una lettura più profonda, più libera. Don Giovanni ama e viene amato, per questo fa del male. Poi si porta dietro un grave peso, l'omicidio del Commendatore. Il tema della morte innerva tutta l'opera. La cosa più difficile di questo lavoro, che in fondo tratta della difficoltà di essere veramente se stessi, è stato sostenere emotivamente il personaggio. Ogni sera, terminato lo spettacolo, mi sembrava di essere finita sotto un treno».

Petra Magoni, come chiunque affronti il capolavoro di Mozart (su libretto di Lorenzo da Ponte debuttò in italiano nel 1787, a Praga), sa bene quanti livelli di lettura richieda il «dissoluto punito». L'essere umano diventato sinonimo di seduttore è un gigantesco lettino psicoanalitico, che stimola confessioni dal «sottosuolo» (così anni dopo Mozart, e prima di Freud, Dostoevskij chiamava l'inconscio). Per «Le Monde», questo Don Giovanni che gira i teatri con successo è uno spettacolo «glamour e iconoclasta», benché Magoni lo consideri fedele all'originale, soprattutto nello spirito.

Nel cast ci sono: Mama Marjas (Zerlina), cantante reggae; Omar Lopez Valle, un Leporello in versione cubana; la cantante lirica di origine albanese Hersi Matmuja (Donna Elvira); il brasiliano Evandro Dos Reis (Don Ottavio); il tunisino Houcine Ataa (Masetto); Simona Boo (Donna Anna), vocalist dello storico gruppo napoletano dei 99 Posse.

I travestimenti linguistici e musicali, in un immaginario music club che rimanda ai turbinosi anni Venti, sono di

Mario Tronco, Leandro Piccioni e Pino Pecorelli. Dopo Don Giovanni, che cosa farà la versatile Magoni? «Continuo i concerti per Musica Nuda con Paolo Fresu e il vibrazionista Andrea Biondi e tornerò in teatro con testi miei».

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