"Dovrò mettere in liquidazione il mio ristorante"

Il titolare di Taglio: "Governo lascia il pallino alle banche"

"Dovrò mettere in liquidazione il mio ristorante"

Raffaele Sangiovanni, 52 anni e da sei titolare di «Taglio» in via Vigevano, nella movida dei Navigli. Il 18 maggio riaprirà il bistrot?

«Se non cambiano drasticamente le condizioni purtroppo non ce la farò a ripartire. Dovrò mettere la società in liquidazione e lasciare a casa 8 dipendenti, oltre a rimanere senza lavoro io. Ma temo che chiuderanno in tanti».

Ha provato a chiedere un prestito?

«Il governo ha concesso la garanzia statale al 100% per i prestiti fino a 25mila euro ma ha lasciato che le banche ponessero difficoltà e paletti assurdi. Con il mio istituto di credito non ho mai avuto un insoluto, ho chiuso i conti del 2019 in positivo e lo ero anche a inizio anno. Per rifiutare il prestito si è attaccata ad un bilancio in negativo di tre anni fa. Non chiediamo soldi in regalo, ma per ripartire dopo mesi di chiusura e 50mila euro di debiti accumulati quei soldi sono necessari. Lo Stato non dovrebbe ammettere giudizi di merito da parte delle banche, fanno finanza. Non siamo rimasti chiusi per colpa nostra, ora dovrebbe almeno aiutarci. In Francia il presidente Macron ha detto chiaro, meglio indebitati che falliti».

I dipendenti sono in cassa integrazione?

«Sì, ma per ora non hanno ricevuto nulla».

I clienti abituali sono solidali?

«Sa la cosa assurda? Che banche e assicurazioni fanno spot del tipo siamo qui, ripartiamo insieme ma persino quando ho chiesto alla mia assicurazione se poteva prorogarmi di un mese il pagamento dell'assicurazione in scadenza a maggio, data la situazione, mi ha risposto picche. Invece ci sono clienti che sarebbero disposti a prestarci soldi per aiutarci a rimanere in piedi e il proprietario del locale ha detto che per l'affitto arretrato possiamo risentirci tra un anno».

Si prospettano tempi duri anche per chi riuscirà a riaprire.

«Almeno 3 mesi di dramma, con costi alti per sanificazioni e adeguamenti e

il 30-40% almeno di incassi in meno. Il colmo è che paghiamo Cosap e Tari anche durante i mesi di lockdown e le bollette sono stimate sui presunti consumi. Forse era il caso di fare almeno una rilettura dei contatori...».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica