Dubbi anche a sinistra «Ci ha preso in giro»

Arancioni delusi dal commissario Pisapia però si dichiara tranquillo

«Non ritengo, però vedremo. Non ritengo ci siano sorprese in questo bilancio». Il consigliere Pd David Gentili, che è anche il presidente della commissione Antimafia, riassume il tenore delle risposte date da Giuseppe Sala ieri in Comune sui conti Expo. «Questa - sottolinea il conigliere di maggioranza a fine seduta - è stata la frase più detta dal manager. Moltissime questioni poste, molte le partite ancora aperte: nei confronti di Arexpo, nei confronti delle aziende che hanno avanzato riserve, con la stessa Camera di Commercio che non ha dato il suo contributo. E non sono riuscito a chiedere per le aziende commissariate (vie d'acqua e infrastrutture di servizio) quale sia il capitale accantonato per evitare che chi ha corrotto, guadagni dagli appalti truccati». Non è l'unico sui banchi della maggioranza rimasto deluso dal confronto sul conti dell'Esposizione. «Esco con una brutta sensazione, mi sento un po' preso in giro - ammette il consigliere Sel Luca Gibillini -. Il paragone portato da Sala tra Milano e Hannover mi ha spaventato, dice che quell'Expo ha chiuso con un miliardo di buco. Hannover 2000 è considerata la peggiore Expo di sempre, ma ricorderei che la società di gestione fini in pareggio, praticamente come Expo spa. Il grande debito fu scaricata sulla società gemella, la Hannover 2000, in sostanza la nostra Arexpo» partecipata dal Comune con il 35% delle quote. Il bilancio Expo «è drogato da troppi elementi, costi scaricati e doppie valorizzazioni. Forse sarà tutto regolare, ma ho timore che il vero bilancio consolidato non sarà un bagno di salute». Tengono banco anche le polemiche degli ultimi giorni, dall'appalto Eataly su cui «a insaputa di Sala» come rimarca il leghista Alessandro Morelli era stata aperta e archiviata un'inchiesta. O sulla casa al mare di Sala progettata dall'architetto De Lucchi, che aveva importanti incarichi in Expo. «Ha usato a titolo personale altri fornitori Expo?» domanda Manfredi Palmeri (Polo dei Milanesi). Sala assicura di no, «non ci sono altri casi De Lucchi». Ma diventa un caso anche la poltrona recentemente acquisita dal commissario in Cassa depositi e prestiti, incarico che potrebbe lasciare vincerà le primarie del Pd (o forse solo dopo l'eventuale vittoria alle Comunali). «Provvederà a fare una ricognizione delle aziende Expo che hanno rapporti con Cdp» lo sollecita il radicale Marco Cappato, che nel suo intervento butta lì il libro scritto da Sala sulla riapertura dei Navigli «pubblicato da una casa editrice che ha lavorato anche per l'Esposizione», («Milano sull'acqua, ieri, oggi e domani» edito da Skira/Corriere della Sera). Su Cassa Depositi e prestiti il manager ammette di non «avere ancora verificato se ci sono conflitti di interesse, lo farò». Riccardo De Corato (Fdi) ha chiesto un consiglio straordinario perchè «su appalti e subappalti abbiamo avuto zero risposte, solo un vago vi manderò le risposte».

Si accontenta delle risposte invece il sindaco Giuliano Pisapia, presente in aula: «Mi sembra che emerga un livello di non passivo, non sono preoccupato anche in prospettiva». Se il Comune in futuro sarà chiamato a coprire i buschi di Expo, non sarà comunque più un problema suo.ChiCa

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