"Due anni tra Expo, terrorismo, truffe ai nonni"

Il colonnello La Gala lascia Milano per un nuovo incarico al Comando generale di Roma

"Due anni tra Expo, terrorismo, truffe ai nonni"

Austero, ma solo in apparenza. In realtà sorridente, loquace, proteso verso la gente. A volte le qualità più interiori di un uomo si notano nei momenti di grande emozione, quando non riesce proprio a far tacere i sentimenti. Parla sempre dei «suoi» carabinieri» e a tratti si emoziona un po' il colonnello Canio Giuseppe La Gala, 50 anni, tre figli, originario di Corato (Bari). L'ufficiale lascia la città dopo due anni alla guida del comando provinciale dei carabinieri per tornare al comando generale di Roma con un incarico al reparto Infrastrutture. E andarsene da Milano non è mai stato facile per chi negli ultimi vent'anni ha ricoperto il suo incarico.

«Sono stati due anni intensi pieni di emozioni esaltanti e mi spiace lasciare questa squadra di grandi professionisti che sono i miei carabinieri, generosi eroi nel quotidiano. Uomini e donne con un solo grande obiettivo: far bene e far bene alla gente. Lavorare con persone simili è stata la più grande soddisfazione che ho avuto. Per questo li ringrazio per quanto hanno fatto e faranno in favore dei cittadini milanesi»

La Gala si è speso moltissimo per esaltare i valori dell'Arma a Milano, credendo intensamente al rapporto tra l'Arma e la gente. Di lui non ricordiamo solo la foto con papa Francesco (rigorosamente accompagnato dai «suoi» carabinieri) in visita sotto la Madonnina a marzo, ma anche i festeggiamenti del centotrentesimo anniversario dalla costituzione dell'Associazione nazionale carabinieri in congedo, che a giugno hanno «invaso», come commenta fiero il colonnello, in 80mila il centro di Milano.

Giunto a Milano il 3 agosto 2015, in pieno Expo, La Gala ricorda l'esposizione internazionale come «una esperienza unica».

«Una situazione particolarissima, entusiasmante - sottolinea il colonnello- che, a causa del terrorismo, ci ha portato ad aumentare l'attenzione sul territorio e ad affinare le modalità della vigilanza e dello svolgimento dei servizi. Sicuramente ora l'attenzione è grande sotto questo aspetto. Il comando generale ha dato un input preciso per aumentare l'attività informativa che possa individuare eventuali situazioni di inizio di radicalizzazione. E un ruolo fondamentale per noi lo giocano le 110 stazioni che dipendono dal rerto di Milano. Che, a diretto contatto con la gente, stanno facendo un grande lavoro: sono infatti dei sensori avanzati per far emergere preventivamente qualsiasi situazione d'illegalità. Il comandante di stazione non ha solo una funzione investigativa, ma è anche il padre di famiglia, il paciere, l'uomo che può consigliare perché ha in sé la voglia d'immedesimarsi nei problemi della gente. Quindi la stazione resta una sentinella importantissima sul territorio da ben 203 anni, il nostro valore aggiunto».

La grandezza dell'Arma dei carabinieri è rappresentata, secondo La Gala, dalla capillarità, dai reparti speciali - come il Ros, il Nas, il Noe, tutti presenti qui a Milano - e dalla sinergia operativa con le altre forze di polizia.

Il colonnello infine spiega di aver strutturato l'attività dei carabinieri a Milano su 5 pilastri: il contrasto ai reati predatori «che determinano la percezione di sicurezza nella gente», sull'attività antidroga (con il sequestro di oltre 8 tonnellate di stupefacenti), la lotta ai reati come i

maltrattamenti in famiglia (con la creazione di stanze protette per i minori) e, infine, battagliando contro le truffe agli anziani. «Che ultimamente vengono sventate dagli stessi nonnini» conclude.

E questo sì che è un successo.

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