«Orrore», «effetto silos», «inquietante», «orribile», «sembra il Casinò di Campione». In mezzo a un'infilata di giudizi tranchant c'è chi suggerisce che «poi magari è particolare, e bisogna vederlo finito». A finire nel mirino è il progetto della nuova torre della Scala, la costruzione del un nuovo edificio alto undici piani fuori terra (circa 36 metri) in via Verdi 3, i lavori firmati dall'architetto Mario Botta inizieranno quest'anno e si concluderanno secondo il cronoprogramma nel 2022. Sul blog Urbanfile.org frequentato soprattutto da architetti ed esperti di urbanistica nei giorni scorsi è stato pubblicato un rendering. E si è acceso il dibattito. Oltre alle polemiche sull'ingresso dei sauditi tra i soci del Piermarini insomma (questa mattina alle 11 è fissata la resa dei conti nel cda) fa discutere anche lo sviluppo del teatro. La nuova torre, aveva spiegato l'architetto, ricorda per lo sbalzo la Torre Velasca, e i rendering che innestano l'edificio al posto della palazzina (già di proprietà del teatro) demolita nel 2016 in effetti ne sono la testimonianza. Si scaverà diciotto metri sotto terra, sei piani sotterranei e undici fuori terra, per un'altezza di quasi trentasei metri. I piani in sotterranea saranno occupati quasi esclusivamente da un unico spazio, la sala prove per l'orchestra, alta 14 metri e con una superficie di circa 310 metri quadrati. Il palcoscenico avrà una misura record di settanta metri. Il nuovo edificio offrirà sparsi tra i 17 piani sotterranei o in superficie oltre 5mila metri quadri di spazio per gli uffici amministrativi, quindi potranno essere trasferiti in via Verdi servizi e personale oggi collocato in sedi esterne al teatro. All'ultimo piano ci sarà invece una sala prove per il Ballo di circa 150 metri quadrati.
Il blog Urbanifile ricorda che Botta firmò anche il restauro del Piermarini eseguito tra il Duemila e il 2004, sotto la giunta Albertini, e anche allora l'enorme ellissi spuntata sul tetto della Scala divise l'opinione pubblica. «Oggi, dopo molti anni - è la considerazione - ci siamo abituati alla vista del catino e la scatola aggiunti al profilo del teatro.
Ma ci abitueremo alla scatola che tra tre anni affiancherà il retro del grande teatro? Onestamente troviamo, al contrario del precedente intervento del 2000, quest'edificio di via Verdi un po' vecchio, come se fosse stato concepito negli anni Novanta, pesante e decisamente invasivo. Come al solito attenderemo la conclusione dei lavori». E lo sviluppo da qui al 2022 promette di accendere parecchie discussioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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