E per una causa civile servono in media due anni e mezzoI dati del tribunale

Doveva essere uno strumento per accorciare i tempi della giustizia. Ma dopo lo stop alla mediazione obbligatoria arrivato dalla Corte costituzionale, si torna a fare i conti con le lungaggini dei tribunali. Soprattutto in materia civile.
Gli ultimi dati disponibili sono quelli forniti all'inizio dell'anno dalla presidenza del Tribuanle. Le statistiche indicano un miglioramento dei tempi per la definizione dei procedimenti, che restano comunque alti. Il periodo medio per giungere alla decisione nei processi civili, infatti, è di due anni e mezzo. Questo nonostante il grande sforzo per lo smaltimento degli arretrati, in calo lo scorso anno del 3,6 per cento.
Alcuni esempi. Separazioni e divorzi consensuali lo scorso anno sono cresciutio del 10 per cento, e nonostante questo le pendenze si sono ridotte del 4 per cento. Ancora, la sezione lavoro del Tribunale è quella che tratta il maggior numero di fascicoli in materia civile. Nell'anno giudiziario 2010-2011 sono stati iscritti 12mila e 774 nuovi procedimenti, il 25 per cento in più in soli tre anni. Ma gli uffici del tribunale sono riusciti a ridurne la durata, che si è significativamente ridotta. Se si escludono i procedimenti che si concludono con modalità di definizione diverse dalla sentenza (ad esempio per cancellazione o per conciliazione), una causa di lavoro oggi giunge a sentenza nell'arco di circa 10 mesi, mentre solo due anni fa il tempo era di circa 16 mesi.
Va meglio nel settore penale.

Stando agli ultimi dati forniti dal Tribunale, infatti, i tempi dei procedimenti sono mediamente inferiori all'anno. Più precisamente, si tratta di 150 giorni nei processi svolti con rito monocratico, e 290 giorni in quelli di rito collegiale.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica