E tra i giovani il web diventa una schiavitù

Internet è una nuova frontiera anche come malattia, soprattutto per le persone più fragili. Anche nel milanese la dipendenza dalla rete è un fenomeno sempre più in crescita soprattutto tra le nuove generazioni e anche le Università si dedicano al fenomeno. Uno studio che sarà pubblicato nelle prossime settimane ha messo in luce due fatti: a Milano sono centinaia i casi di malati di web, soprattutto i più giovani, e gli operatori del settore non hanno mezzi adeguati per fronteggiare il problema.
Nel documento elaborato da Gabriella Ba, direttore Centro Trattamento Disturbi Depressivi dell'Unità Operativa Psichiatria II del Sacco, con la collaborazione di Roberto Truzoli, Caterina Viganò, Paolo Giovannelli e Chiara Baroni sono riportate le risposte di chi a Milano si occupa dei Sert, dei centri psico-sociali e dei servizi di neuropsichiatria per l'infanzia e l'adolescenza. E il campione ha segnalato che, tra i giovanissimi, le persone con internet dipendenza come diagnosi principale sono tre volte quelle dei centri per adulti. «Un segnale – ha commentato Truzoli – di come nel futuro sia un problema destinato a crescere». Senza però un'adeguata preparazione di chi opera nel settore del sostegno ai malati: secondo i dati degli universitari il settanta per cento degli operatori ha dichiarato di non avere risorse sufficienti, senza contare che moltissimi ancora non sanno come affrontare la dipendenza dal web. Eppure per oltre la metà di loro il fenomeno viene percepito come abbastanza diffuso, mentre per il quindici per cento lo è molto.
Dati a cui vanno aggiunti quelli che riguardano la situazione più in generale e che sono emersi da un altro documento pubblicato recentemente. Secondo una ricerca resa pubblica pochi giorni fa dall'Università Statale in collaborazione con l'università di Swansea, tra chi rischia di cadere nell'ossessione della rete c'è chi aveva già qualche disturbo di ansia, come di anticonformismo impulsivo e tratti di autismo. Persone più sensibili e tendenzialmente giovani: i sessanta che si sono sottoposti ai test avevano un'età media di 24 anni e tutti hanno avuto un cambiamento di umore in negativo quando si sono dovuti staccare dal computer. Dopo un breve utilizzo del web sono stati sottoposti a un nuovo esame e sono risultate delle variazioni negative dell'umore. Una meccanica che rafforza la dipendenza, spiegano gli studiosi.

«C'è evidenza – ha constatato Phil Reed, professore dell'ateneo britannico che ha partecipato alla ricerca - che in rete ci sono alcune brutte sorprese in agguato per il benessere delle persone». Pericoli a cui sono più esposti gli individui più fragili.

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