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E l'altro Sala ammette: «Difficile battere Maroni»

Il sindaco: «Dopo questi risultati bisogna dire le cose con onestà» E Alfieri ora scappa dalla sfida

Chiara Campo

Mentre il Pd si leccava le ferite per le batoste elettorali in tanti Comuni milanesi - Sesto San Giovanni, Monza, Abbiategrasso, Senago, tanto per citare - il sindaco Beppe Sala ha gettato altro sale guardando alla sfida imminente per il Pirellone. Potrebbe essere anticipata all'autunno o giocarsi in primavera, ma certo restano pochi mesi al centrosinistra per organizzarsi. E Sala non ha nascosto che qualunque candidato rischia di schiantasi contro un muro, specialmente dopo il segnale arrivato domenica dalle urne. «Bisogna dire con onestà - ha ammessi - che il voto delle amministrative indica che la strada del centrosinistra per sconfiggere Roberto Maroni è difficile, per cui dobbiamo giocarci bene le carte». Consigli che i renziani all'avvio di una campagna in salita per i ballottaggi non avevano certo voglia di sentire. Ma «quando le cose vanno bene bisogna dirlo - ha continuato il sindaco - quando come ieri il voto in Lombardia indica nostre difficoltà, anche». Aggiunge che «sarà delicatissimo» il ballottaggio a Sesto San Giovanni, dove la sindaca uscente del Pd Monica Chittò si è fermata al 30,9% e dovrà vedersela con il candidato del centrodestra Roberto Di Stefano che è staccato solo di quattro punti. «Sarò lì nei prossimi giorni per dare una mano alla Chittò» fa sapere Sala, anche se l'opposizione lo invita a concentrarsi sulla città invece di imbarcarsi in tour elettorali. Nella sua analisi il sindaco non risparmia un altro affondo al Pd: «La cosa più evidente è la sconfitta dei 5 Stelle ma se fossi nei patti dei partiti tradizionali non canterei così tanti vittoria» e sottolinea l'avanzata delle liste civiche.

Quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare, ma in vista delle Regionali in casa dem ora c'è già chi non sgomita più per confrontarsi con Maroni. Quello del segretario regionale del Pd era tra i nomi circolati nei mesi scorsi, ma ieri Alessandro Alfieri si è chiamato fuori. «Io faccio il regista - ha precisato - sono il segretario del principale partito in Lombardia e devo mettere in condizione in centrosinistra di vincere le prossime elezioni, ho già tanto da fare con questo ruolo».

Non sarà che invece, come ha dovuto ammettere nella radiografia sul voto, «ci aspettavamo di più, e nei Comuni sopra i 15mila abitanti non ci nascondiamo dietro a un dito, l'astensione c'è stata e da qui dobbiamo ripartire».

Sul fronte del centrodestra è invece il capogruppo di Alleanza Popolare alla Camera Maurizio Lupi a rassicurare che in vista delle Regionali «Maroni per noi è la sintesi, appoggiamo lui e il suo lavoro con serietà».

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