Ebrei contro il bando: «Rischio integralismo Moschee ai moderati»

E Maroni: «La legge regionale resta in vigore Telecamere vietate? Affiderò i controlli ai vigili»

Maria SorbiIl bando sulle moschee dell'assessore Pierfrancesco Majorino riceve un altro colpo. E non esattamente da un signor nessuno. Ma dalla Comunità ebraica, che a Milano rappresenta 5mila famiglie. Va bene rispettare il diritto di culto anche per le comunità islamiche «ma le moschee devono diventare presidi di sicurezza per tutti» viene chiesto in un comunicato ufficiale. Oggi come non mai. «La nostra preoccupazione - spiegano i rappresentanti della comunità ebraica - è che dal bando attuale, realizzato con le migliori intenzioni, possa emergere chi meglio adempie alle richieste burocratiche e economiche, che non necessariamente rappresenterebbe l'islam inclusivo e aperto di cui Milano ha bisogno» E invece «abbiamo visto quali risultati hanno portato in Belgio le esperienze europee di moschee appoggiate da Paesi che esportano un islam integralista (Arabia Saudita, Qatar). Per la sicurezza di tutti crediamo opportuno quindi puntare su luoghi di culto pluralisti e inclusivi dei tanti islam milanesi, e su partnership con Paesi islamici di salde tradizioni di tolleranza religiosa, come per esempio il regno del Marocco».A regolare l'apertura delle moschee è anche la legge regionale scritta dall'assessore all'Urbanistica Viviana Beccalossi. Un testo tutt'altro che morto, nonostante le correzioni (e non la bocciatura integrale) delle Corte costituzionale. «Batto Renzi 6 a 2, evidentemente non sono io quello che non conosce la legge» ironizza il presidente lombardo Roberto Maroni. La Corte infatti ha bocciato solo due degli otto punti del provvedimento. E per questo la prossima settimana la giunta lombarda si riunirà per aggiustare il testo e arrivare così a una nuova legge che sia inattaccabile in ogni suo punto. La Corte costituzionale, nella sua sentenza, ha contestato le telecamere di videosorveglianza nelle moschee che, in base alla legge regionale, avrebbero dovuto essere a carico di chi costruisce il luogo di culto e collegate alle dell'ordine. «Nessun problema - rilancia Maroni - organizzeremo i controlli in altro modo, in collaborazione coi Comuni e con la polizia locale». Altro punto: non è possibile istituire la Consulta regionale. «Si tratta di aspetti secondari - precisa il presidente lombardo -. La Consulta regionale la faremo comunque, senza renderla obbligatoria». L'intenzione della Regione resta comunque quella di fissare paletti ben chiari per la costruzione di nuovi luoghi di culto, mettendo la sicurezza davanti a tutto. «La legge lombarda è ottima, dobbiamo dare priorità alla sicurezza» commenta il coordinatore lombardo di Forza Italia, Mariastella Gelmini. «La cosiddetta legge anti-moschee - sostiene i capogruppo della Lega Nord, Massimiliano Romeo - deve diventare un esempio da seguire per molte altre regioni e quindi per l'intero territorio nazionale».

Da Pd e Cinque stelle invece arrivano parecchie critiche. Le opposizioni non si capacitano della gioia manifestata da maroni e sostengono che, comunque, la legge regionale sia stata bocciata. Non importa se solo in parte.

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