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Gli edifici dell’Expo avranno tetti fatti d’acqua

Gli edifici dell’Expo avranno tetti fatti d’acqua

Ristoranti, bar, negozi, magazzini e locali tecnici di Expo 2015 saranno edifici perlopiù aperti, costruiti per la maggior parte in legno e coperti da vasche d’acqua che, a cascata, ne disegnerà le facciate e raffrescherà l’ambiente.
L’idea è del giovane laboratorio di progettazione Onsitestudio che, insieme alla studio di architettura Liverani-Molteni, si è ispirato alle risaie e ha vinto il concorso di idee per i 14 edifici più grandi o «stecche», i 33 di medie dimensioni e i 16 chioschi. In totale si tratta di 67mila metri quadrati la cui costruzione inizierà tra un anno costerà 63 milioni di euro.
Il tetto degli edifici più grandi, costituito da una lamina d’acqua poco profonda, oltre a richiamare il paesaggio agricolo locale contribuirà a rinfrescare gli edifici chiusi sottostanti.
L’obiettivo è infatti quello di farne dei «roof-pond», cioè un sistema solare passivo a guadagno indiretto capace di sfruttare la capacità che l’acqua ha di assorbire e rilasciare calore. In caso di caldo particolarmente intenso il sistema sarà intergrato con una climatizzazione da fonti rinnovabili.
La disponibilità di acqua superficiale ha suggerito ai progettisti l’adozione, come integrazione, di un gruppo termico a pompa di calore acqua-acqua che utilizza l’energia termica ricavata da un centratore parabolico lineare come energia primaria. L’impianto sarà costituito da un raffrescamento radiante a pavimento e da un sistema ad aria primaria per il controllo dell’umidità all’interno degli ambienti e il necessario ricambio. Al netto dei servizi ausiliari il consumo di energia di questi edifici dovrebbe essere «quasi zero».
Le «stecche» di fatto non avranno facciate, ma ombre. Il sistema di piani orizzontali, sostenuto da una selva di pilastri obliqui ispirati ai pioppeti lombardi, mira a estendere l’ombra e il riparo dalla pioggia anche agli spazi aperti circostanti e proteggere dal sole le funzioni all’interno.
Saranno, in tutti i casi, strutture temporanee destinate, al termine dell’evento, ad essere smantellate e i componenti potranno essere eventualmente riutilizzati o riciclati.
Dopo il concorso per il logo, ha sottolineato l’amministratore delegato della società Expo 2015 Giuseppe Sala, ancora una volta viene dato spazio a giovani creativi. «Avranno un incarico di supervisione artistica - ha detto - anzichè di progettazione. Questo significa che saranno al lavoro con il nostro Ufficio di piano».


I vincitori hanno avuto la meglio su un gruppo di giovani architetti spagnoli e un altro di portoghesi. Riceverenno 90.000 euro come premio e corrispettivo per l’incarico. «Lasceranno un’impronta su una dimensione importante dell’area» ha concluso Sala.

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