Il centrodestra vince le Provinciali e conferma il suo radicamento in Lombardia. Questo il segnale che arriva dal turno elettorale di sabato che ha eletto i nuovi presidenti delle Province o rinnovato semplicemente i Consigli, con un meccanismo piuttosto oscuro, di secondo grado (non votano i cittadini ma gli eletti) e ponderato (i voti dei Comuni più grandi pesano di più). Non un sondaggio sul consenso popolare dunque, ma una prova di mobilitazione nei moltissimi, e spesso piccoli, Comuni lombardi. Ma eloquente.
La Città metropolitana di Milano spoglia oggi le schede e si appresta a verificare se il Pd ha ancora una maggioranza autosufficiente, ma per il resto c'è poco «pathos» a Palazzo Isimbardi, visto che il primo cittadino del capoluogo, Beppe Sala, è di diritto anche sindaco metropolitano. Fuori Milano, però, la battaglia delle Provinciali è stata combattuta davvero, a volte anche troppo combattuta, per esempio a Pavia, dove è sorta addirittura un'ipotesi di caso giudiziario.
In ogni caso, in una giornata in cui migliaia e migliaia di consiglieri comunali sono andati alle urne per questa elezione di «secondo grado», dai territori un responso è arrivato e molto netto: il centrodestra domina ancora la Lombardia «profonda».
I risultati più evidenti giungono dalle province che hanno eletto il nuovo presidente. A Lecco, il sindaco di Monticello Brianza Alessandra Hofmann, è la prima donna presidente: avendo battuto Marco Passoni ha confermato l'amministrazione di centrodestra in un territorio tradizionalmente moderato. Anche in Consiglio, la Lega trionfa beneficiando dell'effetto Piazza: il Carroccio aveva due seggi e ora conta cinque consiglieri «di area», iscritti o sul punto di iscriversi, cosa che potrebbe fare la stessa neo-presidente, vicina appunto a Mauro Piazza, il consigliere regionale che ha da poco aderito al partito con un ottimo seguito sul territorio.
Nel Pavese, come detto, grande battaglia ma interna alla Lega. Coi gruppi di Pavia divisi e grazie al voto di Vigevano e Voghera, alla fine come da pronostico - ma se di misura - ha prevalso Giovanni Palli, sindaco di Varzi e presidente della Comunità Montana dell'Oltrepò, sostenuto dal partito. Ha battuto Angelo Bargigia, sindaco di Marzano, che ed è stato cancellato dal Carroccio come gli altri amministratori candidatisi nella lista «ribelle», che godeva dell'appoggio dell'eurodeputato Angelo Ciocca. Non è mancato neanche un risvolto giudiziario (ipotesi di traffico di influenze illecite) e il sindaco del capoluogo, Fabrizio Fracassi, è stato sentito in Procura come persona informata sui fatti, per presunte pressioni ricevute in ordine all'orientamento politico da tenere. Fracassi, sfogandosi, aveva parlato sui social di una «consiliatura tenuta sotto scacco», quando la sopravvivenza stessa della sua giunta, e l'approvazione del bilancio, erano apparsi in bilico, visto che lui e altri apparivano riluttanti sulla linea ufficiale.
Risultato significativo a Mantova, dove il centrodestra dopo 25 anni strappa la provincia al centrosinistra, con Carlo Bottani, che succede così a Beniamino Morselli. Bottani, sindaco di Curtatone dal 2015 e già segretario provinciale dell'Udc, ha superato alle elezioni l'avversario Alberto Borsari, sostenuto dallo schieramento dei centrosinistra.
A Bergamo ha vinto ovviamente l'unico candidato in gara, Pasquale Gandolfi, di centrosinistra, sostenuto da un'inedita maggioranza trasversale con Pd, Lega e Fi. E nei seggi è parità. In altri territori si è soltanto rinnovato i Consigli, ma con risultati rilevanti, come a Brescia, Provincia che passa di mano: «Siamo maggioranza come centrodestra - dice Fabrizio Cecchetti, segretario regionale della Lega - nei consigli provinciali di Brescia, di Como, di Cremona, di Lodi e di Varese e ovunque i numeri della Lega sono in crescita in termini di eletti, anche nel Consiglio provinciale di Bergamo.
Quest'ottimo risultato è un premio al grande lavoro quotidiano dei nostri amministratori e della nostra giunta regionale e conferma la Lega di Matteo Salvini come primo movimento in Lombardia, quello in assoluto con più radicamento sul proprio territorio».
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