Cronaca locale

Elitaria e snob: la sinistra lontana dalla città reale

Periferie, sicurezza, qualità della vita, immigrazione I temi scomodi non rientrano nell'agenda del sindaco

Elitaria e snob: la sinistra lontana dalla città reale

Se un merito ha avuto il centrodestra è stato di aver tenuto alta l'attenzione su temi scomodi. Roba in cui la sinistra con tutto il suo snobismo rifiuta di sporcarsi le mani, chiusa nei suoi circoli a in serate sempre così politically correct , tornando poi a casa in rispettabilissimi condomini borghesi e in tranquilli quartieri altrettanto borghesi. Perché sono in pochi ad abitare in quelle zone prese d'assalto da un'immigrazione sempre meno controllata e nessuno ha casa in quei casermoni popolari dove quest'estate in molti hanno rinunciato alle vacanze perché non appena l'inquilino le lascia libere il racket le occupa. Spesso si sono sentiti assessori della giunta Pisapia lodare via Padova e il suo meraviglioso multiculturalismo, ma così non la pensano quei residenti che lunedì a Piazza pulita ( La7 e Corrado Formigli, non una pericolosa tivù reazionaria) hanno gridato tutta la loro rabbia. Così come a Calvairate, il Corvetto o San Siro dove ad agosto sono stati accolti come eroi la Lega e Matteo Salvini solo per aver raccolto lo sconforto di case popolari trasformate in lager dalla criminalità extracomunitaria. La stessa accoglienza riservata a Forza Italia e di Fratelli d'Italia in tanti quartieri non più disposti a sopportare i soprusi dei campi nomadi.

Ecco. Questi sono temi scomodi, ma qui si gioca la qualità della vita di tante persone. Soprattutto deboli: donne e anziani che andrebbero protetti. E va detto che su questo il centrodestra non ha mai mollato la presa. Magari anche favorito da un ruolo di opposizione in Comune, ma beccandosi le odiose accuse di razzismo e xenofobia solo per aver chiesto il rispetto della legge. E se un merito ha avuto la manifestazione dei 100mila leghisti più Casa Pound di sabato (40mila per la sinistra che fatica ad accettare una piazza in cui scenda qualcuno con un'idea diversa) è di aver scoperchiato il calderone. Di aver detto che importanti non sono le discussioni su grandi temi come i diritti civili, la legalizzazione dei matrimoni gay o la libertà religiosa garantita da una moschea, ma cose apparentemente più terra terra come la sicurezza o la poca voglia di vedersi colonizzare il quartiere dagli islamici. Magari il desiderio di non essere ammazzati di tasse e «Area C», quando poi i tram passano sempre di meno.

E per questo è bene che ieri anche Repubblica abbia riconosciuto che questa non è una Milano cattiva. «È una Milano spaventata e compito della buona politica è stare ad ascoltarla». Un invito giusto. Magari da rivolgere a Pisapia e non a chi quelle paure le ascolta da tempo. Altrimenti il sospetto è che lo si faccia solo perché si avvicinano le elezioni. E Pisapia comincia ad aver paura di perdere.

Magari proprio in quei quartieri popolari che la sinistra non sa più ascoltare.

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