Più passano le ore, più prende piede l'ipotesi che dietro al tamponamento dei metrò sulla linea verde ci sia l'errore del macchinista, intervenuto manualmente (per malore o per spavento è da chiarire) sul «freno» automatico nonostante i cartelli con i limiti di velocità. Detto questo, è sotto gli occhi di tutti che serva mettere mano al sistema di sicurezza in metropolitana. In particolar modo sulla linea 2, «dimenticata» anche dai radar anti-impatto installati invece sulla linea rossa e gialla. A rendersi conto che gli interventi siano necessari è lo stesso assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran (nella foto): «C'è necessità di rinnovare tutti i treni - ammette - Comune e Atm ci stanno lavorando». In ballo c'è un bando da 300 milioni di euro per acquistare 30 treni di ultima generazione entro il 2015. Un passo significativo ma non sufficiente a rinnovare tutti i convogli in circolazione. Nei depositi si contano infatti 41 treni che hanno alle spalle tra i 40 e i 49 anni di servizio, altri 21 hanno fra i 35 e i 39 anni. Una trentina sono stati acquistati fra il 1978 e il 1991. I più giovani sono i 40 Meneghino e dopo il loro arrivo non si è più messo mano al materiale rotabile. «Sulle linee 1 e 3 negli anni passati - spiega Maran - sono stati fatti investimenti che non sono stati fatti sulla linea 2, ma questo non significa che la linea sia insicura».
Il presidente della commissione Mobilità Carlo Monguzzi (Pd) sta valutando se convocare una riunione post incidente. Già fin d'ora comunque la sua posizione è chiara: «Bisogna cambiare le regole della sicurezza, anche quelle dei sistemi automatici». In sostanza Monguzzi chiede che i «freni» scattino in caso di emergenza anche al di sotto dei 14 chilometri all'ora e non solo dai 15 in su. È vero tuttavia che l'incidente sarebbe stato ben più grave se non fosse intervenuto il pilota automatico a rallentare la velocità.
I sindacati hanno voluto incontrare i vertici e i tecnici di Atm per capire la dinamica del tamponamento: «Vogliamo capire come sono andate le cose - spiega Stefano Malorgio, segretario Filt Milano - Ma in questi casi c'è sempre un concorso di colpa».
«Si sono verificate una serie di concause e coincidenze difficilmente prevedibili e ripetibili - interviene Luca Gibillini (Sel) -. Nonostante ciò, invitiamo Atm a prendere tutte le iniziative del caso per far si che la prevenzione degli incidenti e la sicurezza della circolazione siano prioritari con un ulteriore cambio di passo rispetto al passato, quello di Moratti e Catania, per intenderci, dove si sono privilegiati gli aspetti economico-finanziari e di immagine del servizio». Le colpe saranno anche retrodatate, ma va anche fatto notare, a rigor di cronaca, che la gestione Bruno Rota ha «infilato» una serie di incidenti e guasti senza precedenti.
«È fondamentale fare chiarezza per verificare che cosa non ha funzionato pienamente nei sistemi automatici di sicurezza» è il commento di Edoardo Croci, presidente del comitato Milanosimuove, temendo che i problemi di sicurezza ricadano sulle abitudini dei milanesi, sempre meno invogliati ad usare i mezzi pubblici se non si sentono protetti. «Se si vogliono ottenere effetti duraturi nel trasferire l'utenza dall'auto al trasporto pubblico, un elemento chiave è la qualità del servizio in tutte le sue accezioni: frequenza, regolarità, comfort e prima di tutto sicurezza».
Al Pdl non piace l'atteggiamento dell'azienda che, implicitamente, scarica la colpa sul conducente senza mettere in discussione il sistema di sicurezza: «È scandaloso lo scaricabarile degli amministratori Atm - sbotta il pidiellino Fabrizio De Pasquale - che non ammettono che i servizi di segnalazione e sicurezza automatici non hanno funzionato».
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