Sul no al contributo economico per la fecondazione eterologa, la giunta Maroni non ha proprio nessuna intenzione di fare un passo indietro. Né di imitare tutte le altre Regioni che fissando il ticket tra i 400 e i 600 euro sono state ben più munifiche con gli aspiranti alla provetta. «Io penso - ha ripetuto ieri il governatore Roberto Maroni - che sia un errore, perché i soldi pubblici vanno spesi per i Livelli essenziali di assistenza». Sottolineando di voler utilizzare il Fondo sanitario regionale per l'operazione Ambulatori aperti o per «cancellare i ticket ai lombardi». Con la promessa di inserire il provvedimento già nella Legge di bilancio 2015.
Per quanto riguarda le proteste del centrosinistra che lo accusa di aver ridotto la Lombardia a essere l'unica regione a essersi sfilata con una delibera di giunta che pone interamente la prestazione a carico dei cittadini e con il Movimento 5 stelle che denuncia la «una vera e propria discriminazione verso le coppie lombarde meno abbienti che vogliono accedere all'eterologa, ma che non potranno permetterselo», Maroni ha nuovamente spiegato che «noi stiamo solo aspettando che il parlamento ci dica se la fecondazione eterologa rientra o meno nei Livelli essenziali di assistenza». In attesa che venga fatta chiarezza normativa in materia, ha spiegato ieri Maroni, «per me questo tipo di fecondazione non rientra nei Lea e quindi preferisco spendere i soldi dei lombardi in altro modo, magari cancellando i ticket per chi sta male». Sottolineando che «fino a quando il parlamento non dice se la fecondazione eterologa rientra o meno nei Lea, anche volendo non possiamo considerarla nei livelli essenziali». Di qui la convinzione che «la Lombardia è l'unica Regione che si sta comportando in maniera corretta, sono le altre a sbagliare». Aggiungendo che «la questione, fra l'altro, è stata presentata nel modo sbagliato perché non è che da domani c'è il ticket, la ricognizione tra le Regioni parte dal primo gennaio 2015, quindi fino ad allora ognuno fa quello che vuole. Io mi aspetto e mi auguro che da qui a fine anno il parlamento ci dica se l'eterologa rientra o no nei Lea. Se rientrerà, sono pronto ad applicare la legge». Altrimenti «credo che non sia giusto fare pagare ai contribuenti lombardi una prestazione che non è considerata essenziale». E per quanto riguarda l'aspetto politico, Maroni ha ricordato di «condividere con la maggioranza questa decisione», dal momento che il consiglio regionale ha votato respingendola una mozione del centrosinistra. «Quindi tutte le forze di maggioranza sono concordi».
Per l'assessore regionale alla Salute Mario Mantovani sulla procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo «il governo non si è assunto le proprie responsabilità e ha lasciato alle Regioni le decisioni. Noi abbiamo ritenuto che non faccia parte dei livelli essenziali di assistenza e quindi riconosciuti dal Fondo Sanitario Nazionale e per questo è a carico delle coppie che la richiedono». Ma, assicura, «non appena il governo prenderà questa decisione che è un atto del ministro, ci adegueremo alla normativa nazionale». Fino a quel momento «la necessità di una coppia non può essere a carico di altre famiglie».
E, rispondendo alle polemiche, Mantovani conclude che «questa non è assolutamente una scelta ideologica: abbiamo ritenuto che i fondi e le tasse dei lombardi debbano essere spesi per le necessità prioritarie». E «questa credo non si a una necessità prioritaria».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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