Cronaca locale

Femminicida si impicca in prigione

Artusi era stato arrestato per l'omicidio della compagna Roberta Priore

Femminicida si impicca in prigione

Pietro Carlo Artusi, 48 anni, arrestato nei giorni scorsi con l'accusa di avere soffocato dopo una lite la compagna Roberta Priore, di 53 anni, si è suicidato nella serata di domenica nel carcere di San Vittore. Lo hanno riferito fonti penitenziarie, spiegando che l'uomo si è impiccato con l'aiuto di una corda rudimentale.

Stando a quanto appreso, Artusi si è ucciso nella sua cella nella notte tra il 23 e il 24 marzo. È stato trovato dal personale del carcere ed è stato portato in ospedale già in gravissime condizioni. Quindi è entrato in coma irreversibile ed è morto ieri mattina intorno alle 9. Artusi, che si trovava «in cella sotto osservazione», era stato arrestato mercoledì 20 marzo dalla Squadra mobile, dopo che la sera prima la sua compagna era stata trovata morta nel suo appartamento di via Piranesi.

L'uomo aveva dovuto ammettere l'omicidio davanti al gip Alessandra Cecchelli nell'interrogatorio di garanzia, raccontando che martedì durante una cena al ristorante era cominciato un litigio animato con la compagna. La discussione era continuata in casa ed era stata resa più accesa dall'uso di cocaina da parte di entrambi. Al culmine della lite il 48enne ha soffocato la donna con un cuscino tentando poi di nascondere le prove con un incendio che ha provato ad appiccare, senza riuscirci, nell'appartamento.

Quindi ha tentato di allontanarsi ma è stato fermato dagli agenti delle Volanti - intervenuti su chiamata della figlia della donna - mentre ancora era sulle scale del palazzo. L'omicida, riferiscono le fonti penitenziarie, in carcere «era monitorato e seguitissimo». L'uomo condivideva la cella con un'altra persona. Prima dell'arresto, stando al racconto che aveva fatto agli inquirenti, aveva già manifestato, senza portarla a compimento, l'intenzione di togliersi la vita staccando i tubi del gas. Alcuni anni fa Roberta Priore aveva vissuto un'altra tragedia. La sua bambina di quattro anni era morta sporgendosi dal balcone e cadendo. La donna si era poi separata dal marito e da circa cinque mesi frequentava Artusi. La relazione era problematica. La polizia era già dovuta salire in quell'appartamento due volte. L'11 marzo, di notte, la richiesta di intervento era arrivata da un vicino di casa, spaventato dalle urla della donna. Il 14 invece la volante era arrivata su chiamata dello stesso Artusi.

I poliziotti, quella volta, avevano trovato una situazione tranquilla tra i due.

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