Firmato il protocollo contro la violenza sulle donne

L'accordo di tutti i prefetti lombardi per le nuove misure che dovranno combattere i femminicidi

Un protocollo importante. Fondamentale. «Perché definisce cos'è la violenza sulle donne. Un reato che va a incidere non solo su questioni psicologiche, ma anche sessuali ed economiche. In questo documento si parla infatti anche di violenze domestiche, cioè in ambito familiare, come ha stabilito nel maggio 2011 la Convenzione del Consiglio d'Europa su prevenzione e lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, conosciuta come Convenzione di Istambul e ratificata dal parlamento italiano l'anno successivo».

Attorniata dal questore Marcello Cardona, dal comandante provinciale dei carabinieri Giuseppe La Gala, dal comandante provinciale della guardia di finanza Paolo Kalenda, dall'assessore regionale al Reddito di cittadinanza e inclusione sociale Francesca Brianza e dai prefetti delle altre province, Luciana Lamorgese ha spiegato lo scopo del protocollo d'intesa firmato dalle tra le Prefetture lombarde e la Regione Lombardia, per la realizzazione di iniziative e attività volte che prevengano e contrastino il fenomeno della violenza contro le donne. Con la firma di ieri, infatti, le due parti si impegnano a sostenere azioni volte a favorire l'accoglienza delle donne vittime di violenza di genere all'interno delle strutture della polizia di stato e dei carabinieri, a promuovere la formazione rivolta al personale delle forze dell'ordine. Tutto questo allo scopo di prevenire e fare un'azione di repressione più efficace dei reati inerenti la violenza di genere e a diffondere informazioni relative ai servizi attivati per accogliere le donne vittime di violenza.

«Con l'intesa stabilita da questo documento vogliamo far crescere in tutti la cultura della difesa della donna e dare un segnale di unità - ha spiegato il prefetto di Milano -. Le violenze, considerate vere e proprie violazioni dei diritti umani, naturalmente, prescindono da quella che è la provenienza etnica e sociale. Il nostro scopo è quello di fissare un principio.

Esistono già delle norme da seguire naturalmente, ma da ora in poi si prevede un tavolo tecnico a cui, oltre alle forze dell'ordine e ai soggetti interessati, parteciperanno anche soggetti del sistema sanitario e giudiziario».

PaFu

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