
«Foiba rossa» nelle scuole della Zona. Non fa passi indietro il Municipio 5, di fronte all'attacco sferrato dall'Anpi, che con un comunicato ufficiale ha condannato una delle iniziative previste per il Ricordo delle foibe: una mostra sul fumeto dedicato alla storia di Norma Cossetto, la studentessa italiana che fu barbaramente torturata, seviziata e gettata in una foiba dai partigiani di Tito nel '43.
Per l'Anpi di Zona 5, l'esposizione nei locali del Municipio del fumetto «Foiba rossa» è «un'operazione di pura propaganda fascista, violenta e totalmente distorsiva della storia», «per le calunnie - dice l'Anpi - che insinua sulla lotta partigiana nel suo complesso». L'Anpi mette sotto accusa l'iniziativa, sostenendo che la pubblicazione sia realizzata da un editore legato all'estrema destra - dettaglio questo che viene decisamente negato dal principale promotore, Carlo Serini, esponente di Fdi, presidente di commissione nel Municipio 5.
Il destinatario della lettera di protesta, il presidente del Municipio Sandro Bramati, saggiamente cita il Quirinale: «Faccio mie - dichiara - le parole del Capo dello Stato nel Giorno del Ricordo: Non si trattò - come qualche storico negazionista o riduzionista ha provato a insinuare - di una ritorsione contro i torti del fascismo. Perché tra le vittime italiane di un odio, comunque intollerabile (...), vi furono molte persone che nulla avevano a che fare con i fascisti e le loro persecuzioni. In un clima da tifoseria - aggiunge - della lettera che mi indirizza l'Anpi colgo in positivo la preoccupazione educativa espressa ponendo l'accento su percorsi che mettano le giovani generazioni in condizione di usare "lo spirito critico" piuttosto che dispensare le proprie verità». «Sono consapevole che non esistano posizioni neutre - conclude - però si può recuperare una posizione che possa unire piuttosto che cercare solo contrapposizioni che mirano esclusivamente a dividere».
Serini va avanti. La mostra peraltro si è già chiusa ma il consigliere di Fdi spiega che l'editore ha regalato venti copie di «Foiba rossa» al Municipio, e che questo le ha destinate ad altrettante scuole. Il tema a Serini sta a cuore anche per ragioni biografiche. La famiglia, friuliana da parte materna, ha conosciuto da vicino quella che chiama «la congiura del silenzio». «Quella storia - dice - è stata negata perché sgradita alla sinistra. La sinistra ha sempre proclamato di difendere i deboli, ma in quel caso i deboli erano gli italiani, vittime dei partigiani. E il Partito sapeva». «Il mio rammarico - aggiunge - è che questa sinistra non solo neghi quei fatti storici, ma rifiuti di conoscerli e farli conoscere». «Quella delle foibe - spiega ancora Serini - fu una pulizia etnica, pensata, voluta e realizzata contro gli italiani. Se fossi di sinistra sarei il primo a voler rileggere criticamente il tutto. Il negazionismo sulle foibe - conclude Serini - è inaccettabile come quello sulla Shoah».
Sul caso interviene anche Stefano Maullu, eurodeputato di Fdi: «È del tutto intollerabile - dice - che l'Anpi continui a scagliarsi frontalmente contro chi decide di omaggiare la memoria degli infoibati, degli italiani massacrati dalle truppe comuniste durante la Seconda guerra mondiale. Ciò che è accaduto nel Municipio 5, dove alcuni rappresentanti dell'Anpi hanno contestato l'allestimento di una mostra sulle foibe, è totalmente inaccettabile, e deve essere condannato con forza da tutte le forze politiche. Accusare gli organizzatori di voler dar vita a una "propaganda fascista", a mio avviso, è totalmente insensato, e anche perfettamente fuori luogo.
Al Municipio 5, naturalmente, va tutta la mia solidarietà». E il consigliere regionale e comunale leghista Max Bastoni taglia corto: «Ci si divide sul ricordo delle foibe. Da una parte chi ricorda le nostre vittime, dall'altra gli imbecilli negazionisti».