Cronaca locale

Fontana: "Riaprire le attività .Tutte insieme se sono sicure"

Il governatore ribadisce la sua linea: regole rigide, ma date uguali. Mattinzoli: "Alle imprese 18 milioni"

Fontana: "Riaprire le attività .Tutte insieme se sono sicure"

L'aveva già proposto il 15 aprile, con una fuga in avanti e ieri l'ha ribadito: la «via lombarda verso la libertà» avrebbe dovuto essere declinata diversamente, con un'apertura per tutte le attività il 4 maggio, a patto che rispettassero delle rigide e severe normative. Niente codici Ateco, regole complicate che scontentano tutti e che non sempre rispondono a una logica stringente, ma aprire tutti con la massima attenzione nel rispettare le «5D» ovvero distanza, diagnostica, dispositivi, digitalizzazione e diritti. Così non è andata con il risultato che alcune regioni, Veneto in primis stanno accelerando alcune aperture, previste per il 18. Secondo la proposta che il governatore aveva formulato al tavolo del centrodestra e di cui aveva parlato anche ai tavoli istituzionali questo avrebbe garantito maggior uniformità sul territorio, regole chiare e maggior consenso.

«Riaprire le attività nella Fase 2 non in base ai codici Ateco ma valutando le singole realtà sarebbe stato forse più equilibrato e avrebbe poi dato forse più possibilità ai diversi territori di graduare le iniziative a seconda delle singole situazioni - ha ribadito ieri il presidente lùmbard a Centocittà su Radio1 - cioè poniamo delle regole rigorose che garantiscono sicurezza e a quel punto chi può garantire queste regole apre e chi non può no, a prescindere dal tipo di attività. È una proposta che avevamo lanciato come governatori del centrodestra prima delle ultime regole del Governo», ha ricordato Fontana.

Proprio per aiutare le piccole e medie imprese ad adeguarsi ai nuovi protocolli in vista della riapertura la giunta regionale ieri ha stanziato un pacchetto da oltre 18 milioni di euro, «Safe-Working - Io Riapro Sicuro». «L'intervento - spiega il presidente Fontana - è finalizzato a sostenere gli esercizi commerciali e le micro e piccole imprese lombarde che sono state oggetto di chiusura obbligatoria, per aiutarle a riaprire adottando le misure adeguate durante la Fase 2 e ottenere giusti livelli di sicurezza sia per l'impresa con i suoi dipendenti sia per i clienti e per i fornitori». Il provvedimento riguarda il commercio al dettaglio, i pubblici esercizi (bar e ristoranti), l'artigianato, il manifatturiero, l'edilizia, i servizi e l'istruzione. Ammesse al contributo le spese per gli interventi di messa in sicurezza sanitaria, interventi strutturali per il distanziamento sociale, termoscanner, igienizzanti, dispositivi di protezione individuale. «Per le micro, piccole e medie imprese è un momento drammatico. Per questo è doveroso sostenere tutto il tessuto produttivo: questa emergenza sanitaria sta diventando sempre più economica» ha spiegato l'assessore allo Sviluppo Economico Alessandro Mattinzoli. «C'è tutto il nostro impegno per aiutare le aziende a essere nelle condizioni di riaprire rispettando le necessarie misure di prevenzione sanitaria».

Intanto da domani Milano ritrova i suoi mercati scoperti. Saranno 26 su 94 quelli che torneranno operativi in via sperimentale per i soli operatori generi alimentari. Il programma di riapertura elaborato dall'assessorato alle Attività produttive prevede una graduale ripresa in più fasi dei mercati scoperti, in sintonia con i provvedimenti emessi dal Governo.

«Abbiamo predisposto un piano di aperture improntato alla gradualità, alla prudenza e alla copertura di quartieri sia centrali sia periferici, capace di rispondere in maniera efficace e puntale alle esigenze dei cittadini, soprattutto anziani che numerosi frequentano i mercati scoperti spiega l'assessora al Commercio Cristina Tajani - Importante è stato il confronto con gli ambulanti».

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