Cronaca locale

Formigoni e Lucchina assolti a Cremona. "Non ci fu corruzione"

Un proscioglimento con formula piena nel processo di Cremona sulle apparecchiature oncologiche

Formigoni e Lucchina assolti a Cremona. "Non ci fu corruzione"

«Io non porto orologi dal Duemila perché mi provocano sudorazione e fastidio. Guarischi lo sapeva e mai mi avrebbe regalato un orologio». L'11 febbraio scorso, una manciata di giorni prima che la giustizia si fermasse per la pandemia, Roberto Formigoni era andato in tribunale a Cremona - lasciando momentaneamente la casa milanese dove sta scontando la condanna a cinque anni e mezzo per corruzione - per provare a convincere i giudici della sua innocenza da un'altra accusa piombatagli addosso: i regali ricevuti dall'ex consigliere regionale Gianluca Guarischi per spingere l'acquisto di apparecchiature medica all'Istituto dei tumori di Milano e all'ospedale di Cremona.

Ed a quanto pare è riuscito a convincere non solo i giudici, ma anche la Procura: in apertura d'udienza ieri il pubblico ministero chiede l'assoluzione di Formigoni «perché il fatto non sussiste» ed insieme a lui scagiona l'ex direttore generale della Sanità Carlo Lucchina, accusato di turbativa d'asta. Basta un'ora di camera di consiglio ai giudici per accogliere in pieno la linea della Procura: assolti sia Formigoni che Lucchina.

L'inchiesta era nata a Milano, come una costola dell'indagine a carico dell'ex governatore per i suoi rapporti con il San Raffaele e il lobbista Piero Daccò. Stavolta Formigoni era accusato di avere scambiato favori con l'uomo che secondo i pm aveva replicato il «metodo Daccò»: l'ex consigliere Guarischi, riciclatosi come consulente nel campo delle forniture sanitarie dopo la fine della sua esperienza politica. Da Guarischi, Formigoni per la Procura aveva ricevuto in regalo vacanze, orologi, passaggi in elicottero, gemelli. In cambio, i due ospedali avrebbero comprato altrettanti acceleratori lineari della Hermex di Giuseppe Lo Presti, grazie a un finanziamento regionale di otto milioni. Il processo era iniziato a Milano, poi era stato spostato per competenza a Cremona, qui il tribunale aveva cercato invano di rispedire tutto nel capoluogo. E a Cremona il processo era arrivato fino alle battute conclusive prima di sospendersi causa Covid. «Io non ho mai ricevuto nulla, nè da Guarischi nè da Lo Presti», aveva spiegato Formigoni ai giudici durante l'ultima udienza. «In vacanza ognuno pagava la sua quota», aveva aggiunto, ammettendo che solo in occasione di un viaggio in Sardegna «non vollero farmi pagare». E aveva concluso con orgoglio: «Ho rivoluzionato la sanità lombarda con risultati straordinari e l'ho sempre fatto alla luce del sole. Ascoltavo tutti, perché ritenevo fosse un dovere».

Assoluzione con formula piena: e probabilmente definitiva, essendo improbabile che la Procura faccia appello contro una sentenza conforme alle sue richieste. Surreale, a questo punto, resta però la posizione di Guarischi che era stato processato a parte e condannato fino in Cassazione a cinque anni di carcere per corruzione proprio per la vicenda degli acceleratori della Hermex.

Una corruzione di cui a questo punto non si capisce chi sarebbe stato il beneficiario.

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