Formigoni: «Presento la giunta»

Alla confusione più totale si aggiunge la tensione. Ed il clima in Regione Lombardia è sempre più pesante. Tant'è vero che anche le mere formalità diventano una questione politica e si sta a sindacare su questioni di lana caprina. Il presidente del Consiglio Fabrizio Cecchetti (Lega) non concede al presidente Roberto Formigoni l'assemblea urgente richiesta per lunedì. O meglio, ci deve pensare. E scioglierà le riserve solo oggi.
«La mia richiesta - spiega Formigoni - è un atto di cortesia istituzionale verso il Consiglio. Lunedì, infatti, formerò la nuova giunta e sono pronto a presentarla in Consiglio regionale. Altrimenti mi regolerò in altro modo». Dal canto suo Cecchetti deve tener conto delle «perplessità espresse dai capigruppo». Tra loro infatti, spiega il giovane leghista, «c'è chi sostiene che un Consiglio lunedì sia inutile, c'è chi dice che sia sufficiente la convocazione di giovedì, c'è chi fa notare che il presidente non ha mai annunciato nessuna giunta in aula».
Paradossalmente, come regolamento prevede, l'assemblea (seppur chiesta con urgenza) potrebbe essere convocata anche fra una trentina di giorni. «Potrei farlo - aggiunge Cecchetti - Di fatto nessuno ha rassegnato le dimissioni a parte Gabriele Sola dell'Idv e il Consiglio risulta al completo». Ma ovviamente non c'è tempo da perdere, soprattutto con la campagna elettorale alle porte. «Vorrà dire che la giunta verrà annunciata in una conferenza stampa» replica il capogruppo Paolo Valentini, irritato dallo sgarbo istituzionale. «A noi va bene una seduta lunedì - spiega Luca Gaffuri a nome del Pd - ma giovedì tutti a casa». Sia che si voti la nuova legge elettorale, sia in caso contrario. Tuttavia l'argomento dimissioni resta spinoso, soprattutto nell'area laica del Pdl, che chiede una posizione ufficiale ai vertici del partito, scavallando di fatto Formigoni. Fino a che il coordinatore Mario Mantovani o il segretario Angelo Alfano non diranno cosa fare, in parecchi (tra cui i tre indagati Giammario, Buscemi e Rinaldin) non consegneranno nemmeno il foglio di dimissioni. Intanto Formigoni è al lavoro per formare la nuova giunta, quella che lo affiancherà nel periodo di transizione e che scongiurerà la paralisi amministrativa. Si tratta di nomi che il presidente sta valutando a porte chiuse e con la massima riservatezza, telefonando agli amici e alle persone di fiducia all'esterno della Regione. E, in teoria, al di fuori della sfera politica. Ma questo non è garantito al 100%, anche perché il tempo è poco: «Non ho giurato sulla Bibbia» spiega lo stesso Formigoni. Il governatore ha anche chiesto al suo vice Andrea Gibelli di indicargli il nome dell'assessore leghista da inserire nella mini-giunta. La poltrona potrebbe andare o a Gibelli stesso (caldeggiato da Roberto Maroni), o ad Andrea Mentasti, direttore dell'aeroporto di Orio al serio.

L'assessorato allo Sport potrebbe essere assegnato alla sciatrice Manuela Di Centa, quello alla Sanità a Mario Melazzini. Tra i papabili anche Edoardo Valli, presidente della Camera di Commercio di Monza e Brianza. Tra gli inamovibili Romano Colozzi al Bilancio e Raffaele Cattaneo ai Trasporti.

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