Formigoni riconquista la Lega «Decidano chi farà l'assessore»

«Non ci facciamo mettere politicamente all'angolo dalla Lega» dicono i fedelissimi di Roberto Formigoni dopo la riunione del gruppo del Pdl in consiglio regionale che ha portato a consegnare nelle mani del capogruppo le dimissioni dei consiglieri. «Quello uscito dalla riunione del gruppo del Pdl di oggi è un documento molto chiaro che io condivido al 100 per cento» commenta a botta calda il presidente della Regione. E Paolo Valentini, capogruppo del Pdl, chiosa: «Non ci facciamo tirare in una campagna elettorale di sei mesi. Se dobbiamo andare a votare nell'interesse dei lombardi e non per speculazioni dei partiti politici, andiamoci subito».
Una marcia di avvicinamento al voto che rimane dalla data ancora incerta. La Lega ha chiesto di votare in aprile, Formigoni ribadisce che o l'accordo è duraturo o è meglio votare adesso. Se le dimissioni dei consiglieri del Pdl si unissero paradossalmente a quelle dell'opposizione, si potrebbe andare al voto molto rapidamente, forse già a dicembre o a gennaio. «Li aspettiamo domani mattina (oggi per chi legge, ndr) al protocollo - ha commentato il segretario lombardo del Pd, Maurizio Martina -. Così mettiamo fine all'agonia».
Ma prima c'è da cambiare la legge elettorale e approvare il bilancio, come era nei patti con la Lega. E Roberto Formigoni è tornato a chiedere al consiglio regionale di voler procedere «rapidamente al cambiamento della legge elettorale, almeno eliminando il listino bloccato». Una lettera al presidente dell'aula, Fabrizio Cecchetti, con la richiesta di darne informazione a tutti i consiglieri regionali. È evidente che una decisione del genere rimanda nei fatti la data del voto, perché essendo un'attività non di ordinaria amministrazione del consiglio regionale, non può essere svolta dopo le dimissioni.
Il presidente della Regione assicura che nominerà nel giro «di pochi giorni» la nuova squadra e sfida il Carroccio a mantenere i patti: «Intendo nel giro di pochi giorni dar vita a una giunta che resterà in carica fino all'elezione del nuovo governo. Chiederò alla Lega di indicarmi i suoi assessori. Io ho condiviso il patto di giovedì e a quello resto fermo». Valentini prevede anche «un chiarimento politico importante» con la Lega. È convinto che le difficoltà siano dentro il Carroccio: «Noi crediamo che dentro la Lega si sia aperto un dibattito e che il segretario nazionale, Roberto Maroni, sia stato messo in difficoltà. È difficile pensare a un passo indietro».
Nonostante le tensioni altissime, le trattative continuano. Formigoni ha parlato di una giunta ridimensionata e si ipotizza una squadra a otto o a dieci componenti. Il presidente della Regione ha già detto di non accettare soluzioni diverse da quelle di una maggioranza tra Pdl e Lega. E tra gli scenari che non vengono esclusi dai fedelissimi di Formigoni c'è anche quello di una giunta tutta composta da esponenti del Pdl per andare al voto.
In giornata si è anche successo dei possibili candidati alla successione di Formigoni. «Ho sempre detto che dopo il quarto mandato non mi sarei ricandidato e lo confermo» ribadiva ieri mattina durante una conferenza stampa a Palazzo Lombardia. Ma questo non significa un suo disimpegno dalla politica: OLtre il 50% dei cittadini lombardi mi dicono di continuare a governare, perché sono soddisfatti. Non abbandono cittadini e gli elettori». Secondo Formigoni non è necessaria una candidatura diretta, ma c'è la possibilità di «sostenere una coalizione di forze moderate e riformatrici».
Si parla di Albertini. «Ho grande stima sia nelle sue doti di governo che nella genialità della persona.

Non spetta a me decidere se sarà candidato». Il nome dell'ex sindaco di Milano non piace a molti nel Pdl e in ogni caso un'intesa sul suo nome escluderebbe un'alleanza con la Lega, a cui Albertini ieri ha ribadito di essere contrario.

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