Macerie, bivacchi, topi che scorrazzano e una strada paralizzata da due anni a pochi passi dal Duomo. Così Palazzo Marino ha ridotto da due anni via Borgogna, sfregiata da un cantiere abbandonato dopo i ricorsi giudiziari dei residenti che dicono no a un nuovo parcheggio sotterraneo in pieno centro. Ora, dopo perizie, sentenze e sospensive che hanno fatto slittare al nuovo anno la decisione dei giudici, la politica scende finalmente in campo. E lo fa anzitutto con una petizione promossa dal capogruppo di Forza Italia a Milano Gianluca Comazzi che dà voce a residenti e commercianti per far rimuovere il cantiere abbandonato finché le autorità competenti non prenderanno una decisione definitiva. «La situazione in via Borgogna ha ampiamente varcato i limiti della decenza - dice Comazzi - e anche in questo caso vane e mendaci sono state le promesse del sindaco Sala che già prima dell'estate aveva pubblicamente dichiarato che avrebbe posto fine al disagio dei cittadini. Ora è il momento di dire basta perché esiste anche un problema di rischi ambientali, e occorre che finalmente tutti sappiano che quel cantiere, con i legittimi lavori della metropolitana, non c'entra nulla». Il capogruppo azzurro ha in serbo altre mosse. «Presenterò quanto prima un'interrogazione in Consiglio per capire come il Comune intende portare avanti questa assurda vicenda e poi farò convocare una commissione tecnica per valutare il merito di questo progetto che, anche nella sua ultima versione, non scioglie affatto i nodi legati alla sicurezza per gli abitanti e per la stabilità dei fabbricati prossimi al cantiere». Il riferimento è alla sentenza del Consiglio di Stato del 15 marzo 2017 che annullava il progetto esistente e tutti gli atti ad esso connessi. L'impresa avrebbe quindi dovuto redigere un nuovo progetto e ripercorrere tutto l'iter autorizzativo. Ciò non è mai avvenuto e tante sono le questioni disattese dal Comune, come la mancata accessibilità ai mezzi di soccorso dal fronte degli edifici di via Borgogna 2 e 4, in particolare relativamente agli interventi dei vigili del fuoco ai piani alti. E ancora, i tecnici di Palazzo Marino non avrebbero assolutamente considerato la natura del terreno e le fondamenta dei fabbricati, laddove periti del Politecnico di Milano hanno evidenziato seri rischi di smottamento del terreno nelle fasi di scavo del parcheggio sotterraneo. «Mettere in pericolo la sicurezza dei cittadini è irresponsabile per un sindaco - riprende Comazzi - che predica bene e razzola male. Da una parte questa giunta fa propaganda di politiche ambientali, addirittura ventilando il blocco delle auto diesel in tutta la pianura padana. Dall'altra promuove la costruzione di un parcheggio che incentiva l'ingresso delle auto in centro. Incredibile». Con il nuovo anno la parola andrà ancora ai giudici del Tar che hanno chiesto tre mesi per valutare i rilievi sul progetto definitivo approvato dal Comune, che nella sostanza è identico a quello che fu bocciato dal Consiglio di Stato. Quello stesso Consiglio di Stato che in un caso analogo (sentenza n. 03063/2015) bocciò la costruzione di un autosilo perché gli scavi non rispettavano la distanza minima dai fabbricati di due metri. Proprio come adesso.
«Quel parcheggio è inutile - tuona Comazzi - e contraddice le politiche sul centro sbandierate proprio dalle giunte di sinistra». Il sito per aderire alla petizione è www.change.org, parola chiave «parcheggio Borgogna».
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