«Forza Italia torna in campo e Milano è la sua capitale»

«Forza Italia torna in campo e Milano è la sua capitale»

Mille persone, molti in piedi. Perché il problema sembrava riempire l'auditorium della Provincia in via Corridoni e, invece, la sala non è bastata a contenere quella che era nata come una manifestazione delle associazioni dei quattro giovani consiglieri regionali Giulio Gallera, Alessandro Colucci, Mauro Piazza e Alessandro Sorte e invece, dopo il videomessaggio di Silvio Berlusconi, si è trasformata nella prima uscita ufficiale della rinata Forza italia. «Oggi è una pagina di storia - ha detto il segretario Angelino Alfano portando il saluto del Cav - E che si riapre proprio a Milano». Lì dove tutto è cominciato vent'anni fa. «Una grande voglia di partecipazione - il commento di Gallera che è coordinatore cittadino del Pdl e ora dovrà cambiare le bandiere - Dobbiamo costruire un partito che deve coinvolgere tutti, avendo al centro i valori del merito e della militanza». Daniela Santanché chiede di «aprire le porte, Fi non è nata per togliere ma per aggiungere: questa è una discesa in campo di tutti per vincere la battaglia delle battaglie».
E Milano torna a essere la capitale del centrodestra. E in platea c'è l'entusiasmo di un popolo di moderati non disposto ad accettare che la sentenza di un giudice possa ribaltare il voto di milioni di italiani. Il coordinatore regionale Mario Mantovani ricorda «i tre milioni e 500mila posti di lavoro creati dal governo Berlusconi. In cambio ha ricevuto 290mila intercettazioni, 54 processi e mille magistrati che si sono occupati di lui». Per il capogruppo vicario alla Camera Mariastella Gelmini «a Milano c'è la nostra storia, di qui si riparte per affermare i nostri valori». Sul palco sale l'oggi senatore Roberto Formigoni che fa autocritica: «Con il senno di poi si può dire che il Pdl sia stato un errore». Poi chiede che la ricostruzione del partito sia affidata «ai militanti e a coordinatori che lavorano a tempo pieno». Inevitabile la domanda su Mantovani che è coordinatore e vice governatore. «Io penso a vicende nazionali, non locali - ha risposto Formigoni - Il partito è da costruire, ci vogliono responsabili che si dedichino solo a quello». Presenti il ministro Maurizio Lupi, l'ex ministro Paolo Romani, l'eurodeputata Licia Ronzulli, il capogruppo in Comune Alan Rizzi, il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo. Duro l'attacco del presidente del consiglio regionale Raffaele Cattaneo che regolare qualche conto con l'alleato Lega e risveglia l'orgoglio dei suoi.

Con un appello a Mantovani perché «difenda il lavoro fatto in Regione» e lo invita a «non arretrare mai dai principi di sussidiarietà e di libertà di scelta dei cittadini» alla base del modello lombardo di governo e a «non diventare mai subalterni alla Lega». E se «qualche assessore leghista pensa di stare meglio in compagnia dei 5 Stelle anziché del Pdl o di Forza Italia, si faccia dare da loro i voti per approvare i suoi provvedimenti».

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