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"Da nero vi dico: basta stranieri"

Il responsabile immigrazione della Lega: "In Italia stiamo sbagliando tutto". E propone: "Le case popolari ai nostri pensionati"

"Da nero vi dico: basta stranieri"

Matteo Salvini lo ha eletto responsabile immigrazione della Lega Nord a inizio ottobre, sostenendo che «farà più lui in un mese che Cecile Kyenge in una vita». Stesso colore della pelle ma un concetto dell'integrazione diametralmente opposto, quello di Toni Iwoby rispetto all'ex ministro. Da 38 anni in Italia «da regolare» (è arrivato a 21 anni per motivi di studio grazie all'iscrizione all'Università di Perugia) Iwobi, nigeriano, ha 59 anni ed è militante del Carroccio da 21. Ha moglie bergamasca, due figli e due nipoti, guida un'azienda informatica, è stato assessore lumbard e ora capogruppo nel Comune di Spirano, nella Bergamasca, un anno fa si è candidato pure alle elezioni regionali.

L'insulto più frequente che gli avversari rivolgono ai leghisti è «razzisti», non si sente mai in imbarazzo?

«Anzi, credo che la gente dovrebbe svegliarsi. Quando la Lega cerca di difendere la legalità, contesta i clandestini e l'operazione Mare Nostrum non lo sta facendo solo per gli italiani, ma anche per tutti quegli stranieri che vivono qui in modo legale da tempo, pagano le tasse e hanno diritto ad essere tutelati dallo Stato. Con la crisi non riusciamo a garantire un futuro neanche a chi c'è già».

A Milano è esplosa l'emergenza abusivi negli alloggi popolari, tre volte su quattro si tratta di rom o extracomunitari. Chi esce a fare la spesa o è ricoverato in ospedale rischia di ritrovarsi la casa occupata.

«Siamo arrivati ormai al culmine dell'illegalità generale, viene da chiedersi come sia possibile che cose di questo genere possano accadere in un Paese civile del “primo mondo”, ma questo succede anche perché vengono minimizzate dalle autorità di sinistra».

La casa popolare sta diventando un miraggio anche per i milanesi o gli immigrati che come lei sono qui da lunghissimo tempo. La metà degli alloggi ormai viene assegnata a stranieri: ha ragione il centrodestra a chiedere di alzare il tetto della residenza?

«Cinque anni ormai non bastano più, e forse vanno ripensati anche gli attuali criteri di selezione, per poter assegnare gli alloggi a tanti nostri pensionati che vivono un momento di disagio inconcepibile».

La giunta Pisapia sta per mettere all'asta spazi per le moschee e la Lega raccoglie firme contro. Anche su questo è in linea con il suo partito?

«Certo, diciamo di no. La moschea che hanno in mente alcune comunità islamiche non è solo un luogo di preghiera come quelli che ho conosciuto anch'io da piccolo, nel mio Paese, ma una sede dove fare politica contro la nazione che li ospita, è un'altra cosa. E senza leggi e garanzie di sicurezza non vanno consentite».

Come giudica i controlli sugli immigrati?

«Ogni Paese civile ha il diritto di sapere dove va, dove vive, cosa fa ogni straniero che ci entra, ricordo che quando arrivai, 38 anni fa, i controlli erano massicci ed era giusto così, infondevano sicurezza. Non è più così. E Mare Nostrum è una sberla morale sia agli italiani sia a chi si è integrato con un percorso fatto prima di tutto di doveri e poi di diritti. Non porta nulla di buono se non clandestinità, e quando il Paese ospitante è in sofferenza i suoi ospiti soffriranno maggiormente, quindi si pensi prima agli italiani aiutando gli extracomunitari a casa loro».

Non è solo uno slogan?

«Le parlo per esperienza, io e un connazionale d'origine in 5 anni abbiamo creato

un'associazione che, con poche risorse accumulate insieme al governo africano, ha favorito l'apertura di due cliniche in loco e la formazione di 30 infermieri e i medici. Quanto potrebbero fare istituzioni e grandi enti?».

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