La Galleria cade a pezzi Restauro da nove milioni

Investimenti da Comune e privati per il salotto della città L'assessore Rozza: «È stata abbandonata per troppo tempo»

Pubblici o «griffati», i lavori in corso per riportare la Galleria all'antico splendore in tempo per Expo costano quasi nove milioni di euro. Sono 8,5 per l'esattezza, si va dalla pulizia generale delle facciate interne sponsorizzata da Prada e Versace con 3 milioni di euro (ma secondo Palazzo Marino stanno spendendo molto di più), il milione e mezzo già investito dal Comune nel 2013 per restaurare la porta del Salotto da piazza Scala, due milioni per il cantiere aperto di recente per mettere in sicurezza e ripulire l'arco d'ingresso da piazza Duomo, dove mesi fa sono crollati pezzi di intonaco, e altri due vengono investiti sul restyling di lunette, controsoffitti e colonne dei portici settentrionali di piazza Duomo (il lato Galleria fino a Rinascente) e di quelli meridionali (dove si affacciano le vetrine di Mondadori e Benetton). Un conto a spanne presentato ieri dall'assessore ai Lavori pubblici Carmela Rozza insieme ai primi tre plafoni di gesso, in pratica i controsoffitti, riportati al colore naturale. In questo caso le opere sono partite a giugno e sono serviti circa quattro mesi per finire, ma è stato un cantiere di prova per risalire alla cromia originale, i test venivano sottoposti alla Soprintendenza. Ora si procederà al ritmo di tre portici alla per ogni lato ogni mese e mezzo circa, l'obiettivo va raggiunto entro aprile 2015, un mese prima di Expo. Vengono restaurati prima i 33 riquadri in gesso dei portici (18 sul lato settentrionale e 15 su quello meridionale) che negli anni sono stati ricoperti da strati successivi di tinta, poi il Comune provvederà al restauro dei capitelli in marmo di Carrara, tutti con raffigurazioni differenti tra loro, e degli archi in granito rosa di Baveno anneriti da smog, agenti atmosferici, residui di piccioni. Nelle parti inferiori dei portici si lavorerà sempre di notte per non disturbare le attività commerciali. «Questa Galleria - ha sostenuto l'assessore Rozza - è stata abbandonata a sé stessa per oltre vent'anni e ha problemi seri sia d'infiltrazione d'acqua sia di consolidamento delle solette, dove in parte stanno operando i privati con le loro ristrutturazioni e il resto lo sta facendo il Comune». Un attacco alla giunta precedente. E la replica arriva dritta dal consigliere Fdi Riccardo De Corato che per quattordici anni è stato il vicesindaco di Milano: «Metà dei soldi della Galleria arrivano da Versace come contropartita per il subentro del suo negozio alla gioielleria Bernasconi. Peccato che il Tar abbia bocciato questa delibera e la Corte dei conti abbia chiesto tutta la documentazione». Sulla sentenza del Tar la palla è passata al Consiglio di Stato dopo il ricorso del Comune, l'udienza è fissata per il 28 ottobre, martedì prossimo. Alla luce di questo, incalza De Corato, «che la Rozza presenti in pompa magna i restauri della Galleria sembra quantomeno fuori luogo. Non è nemmeno detto che Trada e Versace manterranno i loro impegni se il Consiglio di Stato confermerà la sentenza del Tar». É un'ipotesi che da Palazzo Marino si sentono di scartare, la sponsorizzazione e i restauri non subiranno comunque nessuno stop.

Il restyling del monumento non prevede solo voci di spesa ma anche un incasso. Per la pulizia dell'arco di ingresso da piazza Duomo che è iniziata di recente e durerà circa otto mesi è stato montato infatti un maxi-cartellone pubblicitario per coprire le impalcature. «Alle ditte appaltatrici viene consentito da sempre di fare pubblicità» ricorda la Rozza.

Il Comune incassa il 50% dell'introito delle società che espongono lo spot, in questo caso si tratta di 240mila euro, più 120mila euro per la tassa di occupazione pubblica (che spetta alla ditta che esegue le opere). Totale, 360mila euro.

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