Colpo di scena (l'ennesimo) in Galleria. Il Tar ha accolto il ricorso presentato dalla locanda del «Gatto rosso» e il ristorante «il Salotto» contro la nuova gara per la concessione degli spazi lanciata lo scorso 18 gennaio dal Comune. Concessa la sospensiva, bando «congelato» almeno fino all'udienza fissata per il 23 maggio. L'amministrazione è condannata anche a risarcire i 1.500 euro di spese legali spesi dai ricorrenti per la fase cautelare. É un match che va avanti almeno dal 2017 (anche prima considerando i precedenti ricorsi contro l'ex sindaco Pisapia). Ma è dall'aprile di due anni fa che la giunta ha (o piuttosto aveva) assegnato con un bando gli spazi a società diverse dagli inquilini. Che non sono mai entrati, anche quella gara lo scorso ottobre è stata definitivamente bocciata dal Consiglio di Stato. Prima di lanciare quella nuova, l'assessore al Demanio Roberto Tasca ha portato in giunta un a delibera che annullava in autotutela quella del 6 dicembre 2015 con cui Pisapia aveva rinnovato i contratti d'affitto a Gatto Rosso e Salotto - che hanno usato quel documento come grimaldello nei ricorsi - e ha specificato le ragioni per cui venivano negati il rinnovo senza gara e il diritto di prelazione: «Non sussistono i requisiti di interesse generale collegati alla salvaguardia dei locali storici» e «hanno svolto meno di 50 anni di attività in Galleria». Per «resistere», come avevano fatto in precedenza con il Camparino, settimane fa i due titolari hanno impugnato anche il rinnovo diretto concesso invece dal Comune al ristorante «Galleria», non citando però il riconoscimento di Insegna storica di tradizione da parte della Regione (concessa solo a 8 locali in tutta Milano) e la presenza da almeno 50 anni consecutivi nel Salotto. Il Tar nell'accogliere ieri la richiesta di sospensiva ha fatto presente alla giunta che erano scaduti i 18 mesi di tempo per annullare in autotutela la vecchia delibera del 2015. Il capogruppo Fi Fabrizio De Pasquale va all'attacco: «Tasca fermi la sua crociata contro i piccoli in Galleria. Il Comune ha perso per la terza volta e dovrà di nuovo pagare le spese legali. Porti in aula un regolamento come abbiamo chiesto noi, Anac e il presidente del Comitato Antimafia Gherardo Colombo».
E la Galleria continua a riservare grane al Comune. I giudici avevano bocciato nel 2018 i ricorsi presentati da Feltrinelli per avere il rinnovo senza gara e senza il rialzo d'affitto fissato dalla giunta. Ma la libreria è riuscita comunque a «resistere» già un anno, e al vecchio canone. Come? Facendo andare deserti due bandi. A quello chiuso l'8 luglio aveva partecipato la sola Feltrinelli con un'offerta economica inferiore al canone a base d'asta, pertanto «non ricevibile». I paletti perchè si facciano avanti altri concorrenti peraltro erano quasi insormontabili: il bando era aperto solo a librerie ed escludeva Mondadori e Rizzoli che hanno già altre concessioni nel Salotto. Nel secondo lanciato a fine ottobre, stessi paletti e base d'asta (973.
303 euro all'anno) ma lo spazio dedicato ai libri è calato al 70% (prima era il 90%) e nel restante 30% (prima era il 10%) veniva data la possibilità di svolgere altre attività commerciali più redditizie come ludoteca, area consolle per videogiochi ed eventi privati. Feltinelli ha di nuovo offerto 400mila euro: irricevibile, gara deserta. E al prossimo giro potrà alzare ancora la posta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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