Nello scontro frontale tra il Comune e la Sangalli, l'azienda presieduta dall'ex pubblico ministero Alfredo Robledo, sulla gestione del servizio rifiuti a Milano, una ordinanza del Consiglio di Stato fa segnare un importante punto a favore di Palazzo Marino. La gara d'appalto che la Sangalli era riuscita a bloccare nel febbraio scorso grazie a una sospensiva concessa dal Tar della Lombardia, è stata riattivata dal Consiglio di Stato, davanti al quale l'avvocatura comunale aveva impugnato il provvedimento. Non è una vittoria definitiva, perché per il prossimo 9 novembre è prevista la nuova udienza davanti al Tar lombardo che dovrà entrare nel merito dei contenuti della gara d'appalto e, fino a quando non si conoscerà la decisione, il Comune non potrà provvedere alla assegnazione. Ma intanto la complessa procedura della gara va avanti e viene scongiurato il rischio - se il contenzioso si fosse trascinato - di inciampi nel servizio di raccolta e smaltimento rifiuti.
Si tratta di uno degli appalti più costosi assegnati dal Comune di Milano, un importo monstre di quasi due miliardi e mezzo di euro spalmati su sette anni. Finché il lavoro era stato svolto dalle aziende municipalizzate - prima Amnu e poi Amsa - non servivano gare d'appalto, ma con la entrata in scena di A2a è cambiato tutto, perché si parla di una spa di diritto privato, anche se con una forte partecipazione di Palazzo Marino e a quel punto è inevitabile passare per una gara pubblica. Nel suo ricorso, Sangalli aveva sostenuto che assegnare l'appalto in un unico, gigantesco lotto era un modo per garantire la vittoria ad A2a che è l'unica azienda con dimensioni sufficienti. Il Tar lombardo aveva riconosciuto che la suddivisione in più lotti è fondata «sulla notoria esigenza di favorire la partecipazione delle piccole e medie imprese» e di «assicurare realmente la libera concorrenza» e aveva ritenuto non dimostrate le tesi del Comune - suffragate da una perizia dell'università della Bicocca - sul forte risparmio consentito dall'appalto unico. Con uguali motivazioni era stata accolta anche la richiesta di sospensiva avanzata da un altro concorrente, la Devizia Transfer di Olbia.
La richiesta dei due ricorrenti era che la gara d'appalto venisse riscritta quasi del tutto, prevedendo la frantumazione in più lotti.
Invece il Consiglio di Stato consente al Comune per ora di proseguire sulla sua strada, in atta della decisione che «anche all'esito di una eventuale istruttoria di carattere tecnico» dovrà essere presa a novembre dal Tar della Llombardia.
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