Gara per la security irregolare L'Atm condannata dal Tar

Nove imprese candidate, e l'unica ad avere i requisiti per partecipare alla gara d'appalto era quella finita in fondo alla classifica: che ora si ritrova catapultata dal Tar al primo posto, e con il diritto al risarcimento dei danni per il periodo in cui è stata esclusa dai lavori. È questa la conclusione decisamente pesante nei confronti di Atm della causa amministrativa che aveva al centro un business consistente: i servizi di portierato e vigilanza all'interno degli stabilimenti dell'azienda pubblica di trasporto. Uffici, magazzini, depositi, per un totale di una trentina di sedi sparse in tutta la città, che hanno bisogno di essere controllate in permanenza anche per evitare furti e vandalismi.

La gara d'appalto viene conclusa il 14 aprile 2015 con la assegnazione dell'appalto alla cordata di imprese guidata da Ivri servizi fiduciari. Il consorzio Securitalia, che in un primo momento era stato escluso dalla gara e poi riammesso, si vede piazzato all'ultimo posto, ma presenta ricorso al Tar sostenendo che né la vincitrice né le altre sette imprese indicate nella graduatoria rispondono ad uno dei requisiti fondamentali previsti dalla legge. Chi sorveglia le sedi di Atm, infatti, deve avere una centrale operativa in grado di collegarsi direttamente con le forze di polizia in modo da fronteggiare eventuali emergenze. Ma per gestire una centrale radio è necessaria una autorizzazione del prefetto. Noi, sosteneva in sostanza il ricorso di Securitalia, eravamo l'unica impresa partecipante ad avere questa autorizzazione e quindi l'appalto poteva essere assegnato solo a noi.

Contro questa tesi si sono battuti non solo i legali della cordata vincitrice, ma anche quelli di Atm. Alla fine, però, la quarta sezione del Tribunale amministrativo ha dato ragione a Securitalia ritenendo «pacifico che tutte le concorrenti diverse dalla ricorrente non erano in possesso dell'autorizzazione per lo svolgimento dell'attività di vigilanza, né al momento della presentazione della domanda né a quello dell'aggiudicazione (...)». La ricorrente sarebbe divenuta aggiudicataria «essendo l'unica in possesso del requisito».

Il contratto è biennale, con decorrenza dal 17 gennaio 2015, e quindi la sentenza del Tar arriva quando la vincitrice ha già concluso quasi per intero il periodo di lavoro. E questo per Atm è un dolore economico non indifferente, perché dovrà versare a Securitalia tutto il margine di guadagno (calcolato dai giudici nel 3 per cento dell'appalto) che avrebbe realizzato se avesse lavorato.

LF

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