Cronaca locale

Il Gay pride prepara la "festa" a Salvini

"Sarà un grido di protesta". Presentata la "settimana" dell'orgoglio Lgbt a Milano. Sindaco: "Non ci sarò ma farò sentire la mia presenza"

Il Gay pride prepara la "festa" a Salvini

Dieci giorni e oltre 60 eventi a Milano. Sono i numeri più importanti della «Pride Week», la settimana dedicata all'orgoglio Lgbt che si concluderà con la parata di sabato 29 giugno, alla quale sono attese oltre 250mila persone. Le manifestazioni sono state concepite in grande e anche il percorso di questa edizione è stato allungato: dopo il via alle 16 da piazza Duca D'Aosta il corteo proseguirà lungo via Settembrini e via Venini, sino a svoltare in via Pierluigi da Palestrina per immettersi in Corso Buenos Aires e da lì arrivare a piazza Oberdan. Qui andrà in scena lo spettacolo conclusivo con Caterina Balivo, volto tv e madrina dell'evento. Ma nei giorni precedenti l'orgoglio «Lgbtq» invaderà le strade della città: giovedì 27 sarà inaugurata a porta Venezia, in quelle che sono considerate le gay street milanesi, la «Pride Square», un villaggio diffuso che si estende su Largo Bellintani, Piazzale Lavater, la scalinata di via Vittorio Veneto e, per la prima volta, anche su Piazza Oberdan. E venerdì saranno commemorati i 50 anni da Stonewall con una fiaccolata.

Gli organizzatori prevedono «un mare di persone» e «un grido di protesta contro il crescente clima di discriminazione e di violenza sia fisica sia verbale degli ultimi mesi». Questo il messaggio. E già si capisce che uno degli obiettivi polemici potrebbe essere, come già lo è stato altrove, il vice premier Matteo Salvini, leader della Lega. Dall'altra parte ostenta sintonia con la piattaforma ufficiale del Pride il sindaco Beppe Sala, che nei primi due anni ha partecipato - la prima al fianco dell'uscente Giuliano Pisapia - e stavolta invece non ci sarà, ma fa sapere che moralmente sarà più vicino che mai. «Milano deve più che simbolicamente fare la sua battaglia - ha detto ieri - perché tutti abbiano il diritto di esprimere la propria sessualità. Penso che sia uno degli elementi fondamentali e la caratteristica di Milano: diritti e doveri, però i diritti ci sono sempre e comunque». «Io quest'anno non riuscirò a esserci per un mio impegno personale - ha aggiunto - ma troverò qualunque forma per fare sentire la mia vicinanza in maniera operativa, per promuovere la cosa, per ricordare che l'anno prossimo abbiamo un grandissimo evento che porterà a Milano gli operatori turistici nel mondo Lgbt. Sono sempre stato protagonista del Gay Pride - ha sottolineato- con grande gioia, anzi per me sono stati momenti anche di grande orgoglio». «La sensibilità di Milano su questo tema - dice il sindaco - è totale». A qualcuno può non piacere, ma è il nostro modo di vedere la cosa, perché la contemporaneità è una mia bussola.

Non ci sarò quest'anno ma farò di tutto per far sentire la mia presenza» E oltre alla Panchina Rainbow, il primo monumento Lgbt, che sarà inaugurata quest'anno, il sindaco Sala apre alla possibilità di vedere illuminato anche Palazzo Marino, come succede a New York: «Non ci abbiamo pensato, ma potrebbe essere un'idea».

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