La Gelmini frena Salvini: «L'alleanza è possibile ma meno protagonismi»

La coordinatrice: «Sindaco? Presto per parlarne» Tensioni tra Lega e Ncd sulla giunta del Pirellone

«Un confronto in un momento caldo» lo definisce Mariastella Gelmini. E in effetti vedere allo stesso tavolo la coordinatrice regionale di Forza Italia e il segretario della Lega, Matteo Salvini, accanto al fondatore del Mir, i Moderati per la rivoluzione di Gianpiero Samorì, è abbastanza sorprendente in un momento in cui non sono semplicissimi i rapporti politici nella maggioranza che regge la Regione Lombardia.

Eppure eccoli. «Il futuro del centrodestra è nelle mani dei suoi protagonisti. Se avremo più coraggio e meno ambizioni personali, sarà un grande futuro» dice Gelmini. Le tensioni sembrano scaricarsi più su Ncd: il federale della Lega ha deliberato di cacciare Ncd dalla giunta guidata da Attilio Fontana. Se il sindaco di Varese passerà all'azione, è impossibile immaginare che non ci saranno ripercussioni anche sulla giunta Maroni. Nel frattempo anche Gelmini sottolinea ancora una volta la distanza dal partito di Alfano: «Il fatto che Ncd sia la stampella di Renzi e faccia parte di un governo di sinistra, pur essendo nel nome un partito di centrodestra, crea problemi».

Salvini, che negli ultimi giorni ha spinto sull'acceleratore delle critiche a Forza Italia, è più cauto, sia dal palco che nei corridoi dell'Unione del Commercio di corso Venezia. Scherza sul suo nuovo look, più manageriale e meno sportivo, in camicia bianca, nonostante sia anche domenica pomeriggio e lui arrivi da una festa in piazza in corso Lodi e al Corvetto: «Ho ascoltato il consiglio di Vittorio Feltri: ho messo la cravatta». Cravatta verde.

Gelmini frena sul sindaco: «È presto per parlarne». Anche Salvini appare in retromarcia. «Le comunali di Milano? Manca un anno e mezzo. Pensiamo a rilanciare l'economia: se continua il governo Renzi, Palazzo Marino non avrà più una lira in cassa» dice il segretario della Lega. Va bene anche un candidato della società civile? «Chiunque, purché non sia Pisapia. Va bene anche un tranviere. Serve un alternativa: se poi si chiama Pippo, Pluto o Paperino, ha poca importanza». Conclusione: «Se non rivinciamo Milano, considerato come l'ha ridotta Pisapia, siamo dei disgraziati».

Al fianco del segretario della Lega siede l'ex sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo. «Matteo? Quello più bravo è Salvini» dice, commentando le news che arrivano dal Matteo Renzi della Leopolda. Vuole dire qualcosa di centrodestra? Lui sta al gioco: «Chiedo l'abolizione immediata di Mare Nostrum , perché il nostro welfare non può reggere così». Cattaneo si dice convinto che l'unione del centrodestra sia possibile e la distanza sui temi etici apparente: «In Forza Italia i liberal ci sono sempre stati.

Le unioni civili sono un passo avanti doveroso, ma non si transige su mamma e papà». Anche Samorì parla di valori condivisi: «Le coppie di fatto e le unioni tra persone dello stesso sesso vanno normate, ma non sono un modello». Alleanze in movimento.

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