Giallo nel Pd sui finanziatori di Ambrosoli

Giallo nel Pd sui finanziatori di Ambrosoli

Una promessa è una promessa. I candidati per le primarie lombarde del centrosinistra rendono pubblici in anteprima a Il Giornale i resoconti delle spese sostenute per la loro campagna elettorale e della raccolta fondi tra simpatizzanti e amici. A dieci giorni circa dalla nostra richiesta ecco che Alessandra Kustermann e Andrea Di Stefano snocciolano i numeri della loro attività ben prima di pubblicarli sui loro siti. Il comitato civico ha imposto un tetto di 30mila euro e un resoconto dettagliato, voce per voce e spesa per spesa. Poco prima del 15 dicembre, data fissata per scegliere il candidato alla presidenza di regione Lombarda, i candidati dovranno presentare i resoconti al comitato che dovrà vagliarli e valutarne la credibilità. La trasparenza tanto declamata a sinistra trova al momento un'unica eccezione, quella di Umberto Ambrosoli. Il comitato elettorale di Alessandra Kustermann comunica che ad oggi le spese ammontano a 2400 euro per volantini e locandine, 1200 euro per la sede del comitato, 3900 euro per sito internet e promozione su facebook, 400 euro per trasferimenti in Lombardia. L'attività di ufficio stampa è svolto gratuitamente. Totale euro 7900. Per Andrea Di Stefano raggiungiamo quota 4300 euro: affitto uffici 950 euro, locazione spazi per incontri 1750 euro, stampa volantini e materiale promozionale 1200 euro, spese di taxi e cancelleria 400 euro. Lo staff presta gratuitamente la propria attività. Ad oggi raccolti 4500 euro tra i sostenitori. Arriviamo infine ad Umberto Ambrosoli. Il suo portavoce Maurizio Trezzi comunica che la raccolta fondi è partita da pochissimo perché il comitato elettorale era in attesa del codice fiscale. E non è in grado al momento di quantificarla. Per quanto invece concerne le spese sostenute fino ad oggi la risposta è «nessuna». Il che ovviamente è poco credibile a maggior ragione se stanno già circolando ben 100mila volantini in tutta la Lombardia. Alla domanda ma chi li paga, Trezzi è incerto: «boh credo che li pagherà Ambrosoli». Fermo restando che il suo staff lavora gratis, ci sarebbe comunque da chiedersi chi abbia pagato i volantini distribuiti in occasione della raccolta firme per la sua candidatura. Cercando delle risposte si scopre, ad esempio, che l'auditorium Wagner usato per la prima riunione dei volontari pro Ambrosoli è stato affittato da Vincenzo Coda, commercialista e docente della Bocconi nonché amico personale di Umberto Ambrosoli. Qualche centinaia di euro che, stando alle regole del comitato civico, non devono essere classificate come spese a carico del candidato. Sui gazebo e i volantini distribuiti per pubblicizzare la raccolta firme resta il mistero. Il coordinatore regionale del Pd, Maurizio Martina, nega che siano stati pagati dal partito come invece si è insinuato da più parti.

Oboli non girati direttamente alla raccolta fondi e che quindi restano lì ad impegnare seriamente il concetto di trasparenza. Lo riconosce lo stesso presidente del comitato civico Virginio Brivio: «Credo necessario a questo punto che debbano essere quantificate anche le spese dirette dei sostenitori». Appunto.

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